Autoproduzioni dal laboratorio sul maschile

premessa

Da oggi realizzeremo una serie di post che affronteranno in maniera partecipata alcuni fatti di cronaca che riguardano episodi di violenza di genere, di prevaricazione sociale, di bullismo e di dominio in genere. Inviteremo tutte quelle realtà politiche e associative che riteniamo sensibili a tali tematiche al fine di realizzare una presa di coscienza sull’ecologia delle relazioni. Questo lavoro è parte del laboratorio di autocoscienza sul maschile lanciato mesi fa dal comitato città vecchia Taranto, potrete partecipare sia commentando i vari post, che compilando un questionario anonimo che potrete richiedere che partecipando di persona il mercoledì alle 18 ai nostri laboratori.

L’elenco numerato è stato concepito per dare la possibilità a chiunque di commentare anche il singolo paragrafo senza per forza commentare l’intero documento

 

Un’emergenza culturale

E’ scontato dire che gli avvenimenti di Palermo e Caivano sono atti brutali e riprovevoli.

Purtroppo non sono certo rari e spesso nascosti, per anni, decenni, nelle camerette, nelle cucine delle nostre case, nei luoghi di lavoro, nelle strade, ecc. Gli atti violenti machisti, sessisti e omotransfobici vengono da molto lontano, siamo intrisi di una cultura patriarcale radicata da migliaia di anni.

La predominazione e il dominio di un corpo su un altro sono fattori determinanti in queste storie, ma non bastano per capire come si può arrivare a tale brutalità.

La violenza esiste da sempre, certo! Ma quanto, negli avvenimenti attuali, l’istinto sessuale è la causa scatenante di tale violenza?

 

  1. la cultura dominante capitalista impone un modello di individuo vincente, senza emozioni, senza empatia e prevaricatore.
  2. Il bisogno di approvazione sociale è sostituito con l’approvazione virtuale dell’immagine che si vuole dare di se stessi.
  3. La cultura mediatica poi fornice spunti e mezzi perché ogni accadimento possa essere spettacolarizzato, giudicato, condannato o esaltato.
  4. I vari media e social media, i mezzi di comunicazione ufficiali e non, persino alcune fiction incoraggiano forme deviate di caratteristiche soprattutto maschili quali narcisismo, violenza fisica, possesso e dominio.
  5. Oltre il proprio ego non c’è nulla o quasi, il prossimo esiste solo quando garantisce l’ennesimo ‘I Like’.
  6. Click su click cresce l’ego e la necessità spasmodica di soddisfarlo, di affermarsi e farsi riconoscere.
  7. assistiamo ad una sorta di trionfo dell’ignoranza e della violenza ad una deriva sociale che è anche il risultato dell’incapacità del sistema di formazione italiano di innalzare il livello culturale permettendo di essere consapevoli delle proprie tossicità (in senso lato dai videogiochi agli abusi sia fisici che di sostanze).
  8. Da dove nasce culturalmente questa degenerazione? Sicuramente anche dal boom economico dal benessere degli anni 80, dalla spregiudicatezza delle tv private, dal modello bunga bunga, dalla mercificazione dei corpi.
  9. La società in cui viviamo è chiaramente ormai permeata di un individualismo che sfocia in un atteggiamento dove predomina la difesa esclusiva della propria libertà a scapito di chi ci sta affianco.
  10. Ma l’essere umano non è un’isola e quando diventa ‘branco’ si sviluppano altre dinamiche differenti e imprevedibili: la voglia di strafare, di far parlare di sè il tentare di emergere nel gruppo come unico e impareggiabile. Senza un substrato culturale machista, sessista e omotransfobico alcune devianze intollerabili probabilmente non sarebbero neanche cronaca.
  11. Lo stupro in questo contesto non è più quindi legato all’aspetto sessuale, ma diventa un mezzo che oltre a prevaricare e oggettivizzare i corpi è capace di accrescere l’ego deformato dai social, diventa narrativa da condividere in chat per gonfiare e affermare l’immagine di chi lo compie al di sopra di una platea di affini, non curanti e assolutamente non coscienti delle conseguenze dei loro atti.
  12. In un branco ci sono sicuramente un capobranco, figure dominanti e figure subordinate. In un branco di adolescenti nessuno vuole essere da meno e rispetta le decisioni prese o aderisce agli avvenimenti senza sottrarsi, per poi deresponsabilizzarsi automaticamente perché la colpa è del branco e quindi sempre degli/delle altr*!
  13. Atti di violenza, prevaricazione, stupro di gruppo, sono sempre esisititi nella società patriarcale da millenni, in questa fase post-industriale diventano forme di spettacolarizzazione.
  14. Un atto deprecabile come quello di uno stupro di gruppo (come ogni altro atto di violenza patriarcale) è il risultato di tutto ciò a cui abbiamo rinunciato in questi decenni: la responsabilità, l’impegno, l’educazione, il sacrificio, la solidarietà, la salvaguardia delle comunità, ecc.
  15. Questo male viene da molto lontano, ha radici profonde, ma la mala pianta ormai raggiunge vette insopportabili. Recidere, dal basso, è necessario e opportuno, in quanto i femminicidi e la violenza di genere sono ogni nuovo giorno un’emergenza culturale da dover affrontare.

 

Laboratorio di autocoscienza sul maschile