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Comitato Città Vecchia

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Categoria: Iniziative

Pubblicato il 2023/11/052023/11/05

Riflessioni Oltre il Muro

 

OLTRE IL MURO è un’idea che nasce dalla necessità di abbattere l’ombra che ricopre, come una condanna, vicoli e vie del centro storico esclusi dagli itinerari ufficiali del turismo e della movida tarantina.

Nasce dall’autodeterminazione e dal consenso degli abitanti delle zone in cui gli artist* intervengono. Dalla scelta politica di non attendere e non delegare. Dalla necessità di sottrarre spazi all’abbandono e corpi all’emarginazione.

OLTRE IL MURO vogliamo spingerci perché questo è un muro nei nostri cuori e sui nostri corpi.

Gli artist* che hanno aderito al progetto hanno lasciato una traccia di sé, questa volta in via Paisiello dove è assente ogni tipo di attività, dove insistono numerosi B&B; dove il numero di porte murate è davvero imbarazzante.

All’asettico grigio di queste, ben venga il colore a colpire i tufi senza valore, donando loro espressione e sorpresa a chi li incontra.

L’iniziativa è stata per noi un esempio di buone pratiche sociali in termini di collaborazione con gli abitanti, pulizia di via Paisiello dai cumuli di rifiuti, ingombranti, erbacce e amianto, affinità con gli e le artist*, confronto e socialità per un’ecologia delle relazioni.

La giornata ha poi attirato un discreto numero di curios*.

Questi interventi artistici possono scaturire curiosità, passeggio o dare un attimo di luce nuova ad angoli abituati a restare in ombra? Non ci dispiacerebbe assolutamente, siamo per un turismo sostenibile e rispettoso, fuori però dalle dinamiche del turismo di massa.

Questi interventi possono scaturire, certo, varie reazioni o critiche. Ci arricchiremo di esse, accettando quelle fatte con cognizione di causa e ignorando quelle dettate da sterili posizioni fuori luogo di ignoti difensori di non sappiamo cosa! Infine invitiamo chi interessat* ai processi sociali dal basso ad affacciarsi in città vecchia presso il Comitato.

A presto … OLTRE IL MURO!

Pubblicato il 2023/10/132023/10/13

CONTRO DEGRADO E ABBANDONO: AUTORGANIZZAZIONE, IMPEGNO E CREATIVITÀ

 

Il contesto

La città vecchia, come già ampiamente documentato, versa ancora in uno stato di degrado e abbandono che non troverà fine fino a quando spereremo che le istituzioni si interessino alla vivibilità degli abitanti del quartiere.
L’obbiettivo scientificamente provato, è quello di renderla quanto più invivibile possibile, cercando comunque di mantenere una ‘faccia pulita’. Ed è per questo che le vie del passeggio sono sempre le più accoglienti, per permettere al comune di descriversi come interessato, ma nei fatti il suo interesse non è  quello di accudire il quartiere, ma sperare che il degrado, l’abbandono e i vicoli  chiusi possano fare defluire via quanti più autoctoni possibili, per lasciare che  la speculazione, sotto le vesti di gentrificazione, possa sguazzare liberamente  nei vicoli. Solo così si possono spiegare decenni di indifferenza verso alcune vie che mai sono state interessate da una bonifica di ‘salubrità’ eliminando  l’immondizia e ridandole alla fruibilità della popolazione autoctona e non. Non  riusciamo diversamente a spiegarci il rischio che si corre nel lasciare che la  turistificazione possa indignarsi girando per un angolo buio, lasciando anche  solo per un momento la via illuminata da negozi, b&b e hotel.

Abbandono istituzionale e degrado funzionale

La scelta di collocare solo sei postazioni di cassonetti per i rifiuti in zone  peraltro difficilmente raggiungibili a piedi da chi magari deve addirittura salire  o scendere delle scale carico di immondizia va evidentemente in questa  direzione. La scelta di offrire le ‘case a un euro’ è un altra delle politiche  dell’apparenza, non racconta infatti il titolone ‘case ad un euro’ che per vincere  tali bandi devi avere un patrimonio da spendere in tempi brevi per la  ristrutturazione di interi palazzi e viene anche taciuto che il bando ha   referenze  verso chi ha un capitale cospicuo dimostrabile.

Autorganizzazione sociale e creatività

Contro questa tendenza che sradica le tradizioni e la cultura locale,   l’autorganizzazione sociale può resistere ed è per questo che il Comitato Città  Vecchia, Stencil Noire e Ras organizzano una giornata di socializzazione in cui  vari artisti provenienti da tutta la Puglia dipingeranno le porte murate della  parte abbandonata di via Paisiello, un tentativo di offrire prospettive innovative  e differenti che possano ridisegnare e ricolorare, il degrado  istituzionale, con tinte accese, dettate dalla creatività e da quei contenuti che  mediante l’arte si vuole veicolare.

‘Seminiamo’ l’autorganizzazione sociale

La nostra linea politica è marcatamente antimachista, antisessista e antiomotransfobica, riconosciamo in queste tre categorie (machismo,  sessismo e omotransfobia) una serie di elementi culturali che hanno permesso  al potere di degenerare fino a smettere di occuparsi dei bisogni  della gente per tutelare solo gli interessi degli accaparratori sociali, vorremmo  che questa giornata possa rappresentare un punto di svolta per l’intera città,  che possa essere vista e vissuta da chiunque abbia a cuore questo territorio e  volesse dal basso provare a ridargli quello smalto che l’inquinamento ha ingrigito.

Un piccolo contributo

Per questo vi chiediamo di contribuire alle spese che la giornata prevede attraverso questi salvadanai e per questo vi invitiamo a presenziare domenica  29 ottobre 2023 alla realizzazione degli interventi artistici che saranno capaci  i riaccendere l’immaginario di chi li attraverserà. Vi aspettiamo dalle ore 09.00 in via Paisiello, Città Vecchia, Taranto.

OLTRE IL MURO, AUTORGANIZZIAMO IL NOSTRO FUTURO!

COMITATO CITTA’ VECCHIA
Arco Paisiello 18, Taranto
comitatocittavecchia.noblogs.org
comitatocittavecchia@protonmail.com
fb: Comitato Città Vecchia

 

 

Pubblicato il 2020/12/072020/12/08

Riflessioni su ‘Taranto e dintorni’

La situazione sanitaria mondiale è sotto gli occhi di tutt*, affrontiamo un fantomatico nemico invisibile che attraverso il terrore instillato nella masse, dai mass-media asserviti ha permesso ai poteri governativi di sperimentare pratiche di controllo di massa che altrimenti sarebbero state difficilmente motivabili. Lungi da noi essere marchiati di negazionismo, riteniamo però fondamentale approfondire mediante contro-inchieste la reale portata del covid e di quello che è il suo effetto sanitario, perché il suo effetto sociale è chiaro ed evidente a tutt*. È infatti evidente che la quarantena è stato un utile strumento per testare l’obbedienza delle popolazioni e stimolare atteggiamenti delatori diffusi ovunque. Lo stimolo alla delazione è stato utile per legittimare agli occhi delle masse l’acuirsi di uno Stato repressivo che senza problemi ha portato nelle nostre strade oltre alle classiche forze repressive dello Stato, anche i militari. Uno sguardo più attento alle dinamiche innescate dalla quarantena e dal coprifuoco ci permettono di osservare in maniera più chiara il ventaglio di strumenti con cui le logiche del potere e del profitto armano gli Stati.

Sarebbe interessante infatti attivare contro-inchieste che ci permettano di comprendere se il motivo degli innumerevoli e apparentemente infiniti DPCM servono per affinare la macchina del controllo sociale o se servono effettivamente a tutelare la salute de* cittadin*. Per comprendere meglio la matrice originaria alla base delle scelte di Stato sarebbe utile discernere il tasso di mortalità provocato dal covid direttamente da quello provocato indirettamente. Sappiamo infatti che le statistiche sulla mortalità e la nocività di questo virus sono rinfoltite da numeri che prevedono sia morti diretti che indiretti. Non ci riferiamo solo alla difficoltà di riconoscere la causa della morte per la quasi totalità dei morti che sono in ‘regime di comorbosità’, ma soprattutto quelli dovuti alla blindatura degli ospedali e al rinvio a tempo indeterminato delle terapie e delle ospedalizzazioni dovute ad altre patologie diverse dal covid.

La comorbosità presente nella quasi totalità dei deceduti è comunque un elemento fondamentale, tanto da portare Horton su ‘TheLancet’ (una delle riviste mediche più importanti del mondo con sede in GranBretagna) a parlare non di pandemia, ma di sindemia.

A differenza della pandemia, che indica il diffondersi di un agente infettivo in grado di colpire più o meno indistintamente il corpo umano con la stessa rapidità e gravità ovunque, la sindemia implica una relazione tra più malattie e condizioni ambientali e socio-economiche. L’interagire tra queste patologie e situazioni rafforza e aggrava ciascuna di esse. Questo nuovo approccio alla salute pubblica è stato elaborato da Merril Singer nel 1990.

Sindemia è quindi l’insieme di problemi di salute, ambientali, sociali ed economici prodotti dall’interazione sinergica di due o più malattie trasmissibili e non trasmissibili, caratterizzata da pesanti ripercussioni, in particolare sulle fasce di popolazione svantaggiata.

Secondo Singer e Mendenhall (2017) un approccio sindemico rivela interazioni biologiche e sociali importanti per la prognosi, il trattamento e la politica sanitaria.

Un approccio sindemico ai numeri rivelati da una possibile contro-inchiesta ci permetterebbe di caratterizzare il livello locale di comorbosità indipendente dal covid, ma dipendente dallo stato ambientale sociale ed economico del territorio.

In una contro-inchiesta non risulterebbe neanche irrispettoso controllare, se si può, quanti a parità di comorbosità l’anno scorso morivano di influenza e quanti ne muoiono quest’anno di coronavirus.

Sempre a livello di contro-inchiesta probabilmente risulterebbe estremamente interessante anche analizzare altri morti indiretti da coronavirus, sempre però legati al livello socio-culturale presente sul territorio, e alla cultura dominate machista e maschilista. Ci riferiamo agli episodi di violenza domestica prodotta soprattutto nella quarantena (+30% violenza domestica, 21 su 26 femminicidi commessi dal convivente solo durante la quarantena). Questi sono numeri che nella contro-inchiesta vanno attribuiti alle politiche sviluppate in quarantena e vanno sottratti al numero reale di morti di covid, così come vanno sottratti i morti per malasanità, blindatura degli ospedali, dirottamento di tutte le risorse sulla ‘guerra al virus’, e vanno inoltre sottratti tutti i suicidi e le morti e le patologie legate alla crisi esistenziale che queste politiche hanno prodotto. La paura del domani, gli stati di ansia e le depressioni prodotte in questo periodo, non derivano dal virus, ma dalla percezione che del virus ci hanno dato attraverso le politiche attuate. Solo così sapremo quanto peso hanno le politiche ‘anticovid’ governative rispetto alla salvaguardia della salute e potremo confrontarlo con la diminuzione di diritti vertiginosa che in questi mesi abbiamo subito.

Abbiamo perso il diritto allo studio, l’abbiamo travestito di virtuale per lasciare che scompaia dietro uno schermo, per renderci sempre meno critici e sempre più pronti ad accettare l’isolamento che queste politiche promuovono. Abbiamo perso il diritto al reddito e milioni di posti di lavoro per portare l’economia verso le multinazionali della consegna a domicilio, rendendo sempre più disponibili alla schiavitù i disperati alla ricerca di un reddito in una cornice di mancanza di prospettive assoluta.

Abbiamo perso il diritto di fare una passeggiata la sera col cane.

Abbiamo perso il diritto di scegliere e dobbiamo obbedire a regole che dimostrerebbero la nostra incapacità di rivendicare responsabilmente una salvaguardia della salute non solo dal coronavirus, ma da un modello produttivo che distrugge e avvelena le nostre terre.

Il dramma sociale descritto in pochissime righe in questo testo è sul piatto della bilancia in attesa di numeri derivanti da una contro-inchiesta sulla sanità.

Se vogliamo adottare un approccio sindemico allora dobbiamo considerare tutte le differenze con cui vengono promulgate queste politiche, dobbiamo guardare da una parte il livello d’esposizione al contagio dei sacrificabili (ad esempio gli operai Ex-Ilva, i detenuti, gli operatori sanitari, ecc..), dall’altra il livello d’esposizione dei pochissimi che sarebbero stati fuori per strada, dopo le 22 se non ci fosse il coprifuoco.

Le caratteristiche descritte a livello macro nella parte precedente danno ancora più importanza allo sviluppo locale di una contro-inchiesta sulla sanità, soprattutto alla luce di quella che è la situazione tarantina. Qui l’assenza di una prospettiva per le generazioni più giovani, le crisi esistenziali, le depressioni diffuse, il lavoro iperprecarizzato, l’assenza di reddito esistevano ben prima della pandemia e hanno sempre alimentato precarietà, microcriminalità, repressione ed emigrazione. Qui la malasanità è la quotidianità da sempre e le speculazioni che porteranno all’ospedale San Cataldo non promettono affatto un cambiamento di tendenza, anzi…

Qui la necessità di uscire dalle dinamiche di precarizzazione, che il sistema ha bisogno di creare per abbassare il costo del lavoro e consolidare il controllo, è un’esigenza conclamata e condivisa. Ma proprio per quello che potrebbe prospettarsi in una ipotetica società post-covid, ma non post-pandemiE, è ancora più urgente concretizzare uno sviluppo di comunità basato sull’autodeterminazione e la condivisione delle competenze e conoscenze per riprenderci il nostro presente e futuro, che immaginiamo di egualianza e solidarietà, di ecosostenibilità, di reale libertà di scelta e crescita collettiva e individuale. Se dovessimo guardare a quello che servirebbe costruire per vivere una vita migliore, immagineremmo una città e un territorio in fermento. Non dobbiamo aspettare percorsi istituzionali in un momento in cui le istituzioni ti tacciano pubblicamente di irresponsabilità, i nostri diritti vanno rivendicati e riconquistati nelle piazze e nelle strade nella quotidianità.

Questo fornirebbe agibilità politica e la giusta cornice, per la legittimazione di un organismo di controllo e intervento popolare, sempre più indispensabile, come condiviso da varie realtà.

Un’inchiesta sulla sanità tarantina, secondo noi, potrebbe motivare ancora di più la costruzione di auto-reddito dal basso e di comunità autodeterminate.

Nel clima repressivo e discriminatorio che si sta creando soprattutto in questo momento, in cui alcuni virologi si schierano apertamente contro la somministrazione del vaccino, nei nostri aggregati non possiamo non inserire apertamente elementi antifascisti, antisessisti, antiomofobi, antirazzisti, antixenofobi e quindi anticapitalisti. Perché una comunità autodeterminata deve essere capace di costruire sulle differenze e non deve cadere nella trappola isolazionista che si sta innescando.

Potremmo trarre spunto dalle proposte politiche e dalle pratiche che si stanno diffondendo un po’ in tutto il mondo. Pratiche di autoproduzione, autogestione e autosostentamento diffuse, che tutelano la ricchezza e diversità dei territori. Territori fin troppo spesso oggetto, defraudato, delle politiche scellerate capitalistiche, che con le loro attività sequestrano, devastano e saccheggiano l’ambiente, creando i presupposti per scompensi ambientali e favorendo l’evoluzione e la diffusione di nuovi virus. Autodeterminazione è anche rivendicare la sovranità alimentare.

Vogliamo costruire, con l’aiuto di tutt*, una comunità ribelle capace di immaginare una Taranto post-Ilva, lontana dalle logiche che fino ad oggi l’hanno soggiogata. Una Taranto che mette, non solo la salute, ma la dignità di ogni persona come cardine e pietra miliare di un sistema produttivo funzionale allo sviluppo di una comunità autodeterminata.

Costruiamo una vetrina per tutte quelle realtà collettive e individuali produttive, che hanno scommesso sul territorio e che insistono sul costruire un’altra Taranto possibile. Portiamo in strada l’alternativa alla ‘vocazione’ industriale!

Pubblicato il 2020/09/092020/10/20

Giorni di ordinaria ANTI-xenofobia

Nella giornata di domenica 6 settembre, il leghista Matteo Salvini ha tenuto un comizio a Taranto, in Piazza della Vittoria, con l’unico obiettivo – che non ci sorprende, conoscendo lo sciacallaggio dei personaggi come lui – di strumentalizzare la rabbia che le cittadine e i cittadini di Taranto provano verso le manovre politiche compiute da tutte le amministrazioni finora passate. Dai mostri inquinanti che continuano ad ucciderci giornalmente, alla mancanza di lavoro o all’ipersfruttamento, all’indifferenza delle istituzioni, alla fuga dei cervelli che cresce sempre di più: a questi problemi capitan coniglio vuole rispondere a suon di razzismo, sessismo, classismo e omolesbobitransfobia.
Ed è per questo che in più di 200 persone antifasciste ed antirazziste, domenica, hanno deciso di disturbare il suo comizio ben protetto da polizia, Digos e antisommossa: ci sono stati due momenti di tensione, uno mentre abbiamo provato ad avvicinarci al palco, e l’altro causato da una poliziotta in borghese che ha fatto dei gestacci con le mani verso i partecipanti del presidio contro Salvini.
Leghista, ogni volta che verrai qui non sarai mai in pace come vorresti: ci sarà sempre una Taranto antifascista, antirazzista e solidale che respingerà ogni tua sporca retorica.
Taranto è antifascista!

Pubblicato il 2020/08/072020/10/20

Presidio in solidarietà col grup yorum, gli avvocati del popolo e i prigionieri politici della turchia

Carissim* COMPAGNI e COMPAGNE di TARANTO,
Siamo i compagni e le compagne del Comitato Solidale “Grup YORUM” che,
in questi ultimi mesi, ha cercato di essere un tassello del megafono INTERNAZIONALISTA della Resistenza di questo Gruppo musicale,
degli Avvocati del popolo,
dell’opposizione di classe turca
e di TUTT* i/le Prigionier* Politic*,
ristretti nei penitenziari dello stato turco.
Come ben sapete negli ultimi due mesi sono diventati MARTIRI, in seguito ad uno SCIOPERO della FAME, trasformato in DIGIUNO fino alla MORTE, i due COMPAGNI della Band musicale, la cantante Helin BÖLEK ed il bassista Ibrahim GÖKÇEK nonché il prigioniero politico Mustafa KOÇAK.
Non vogliamo che altr* compagn* si aggiungano alla LUNGA lista dei MARTIRI per la DEMOCRAZIA e del SOCIALISMO, in Turchia. Non ci piace vedere né ci accontentiamo di un like o di una lacrima se dovesse esserci ancora qualche altro MARTIRE. Perché ora, in TURCHIA, altri compagni, Avvocati dell’Ufficio Legale del Popolo e Prigionieri Politici stanno, ancora, portando AVANTI lo SCIOPERO della FAME.
L’Avvocatessa Ebru TIMTIK già si trova al 215° Giorno, l’Avvocato Aitaç ÜNSAL  al 184° ed entrambi, sono già passati al DIGIUNO fino alla MORTE; i prigionier* politic* Didem AKMAN ed Özgür KARAKAYA, invece, si trovano al 168° giorno di SCIOPERO della FAME.
Per LORO, per SALVARE LORO la VITA, affinché gli AVVOCATI possano tranquillamente senza interferenze, censure e VIOLENZA, esercitare la propria PROFESSIONE ed i prigionieri politici poter godere di un tribunale rispettoso del DIRITTO INTERNAZIONALE, abbiamo deciso di scendere in piazza, di fare da “CASSA di RISONANZA” della LORO …LOTTA, RESISTENZA.
Abbiamo già indetto ed organizzato dei PRESIDI a Martano (LE), a Salve (LE) contro la Visita dell’Ambasciatore della TURCHIA, a Lecce, a BARI, a ROMA (nelle vicinanze dell’Ambasciata), a Grottaglie (TA), NAPOLI, PARMA e TORINO, con ADESIONI autorevoli, prime fra tutte quella dell’ANPI.
E, ogni PRESIDIO, all’insegna dell’INCLUSIONE, così come, quanto prima, SABATO sera, vorremmo fare anche con TARANTO, CON un PUBBLICO PRESIDIO COLORATO con MOLTISSIMI STRISCIONI e BANDIERE e CHE SAPPIA FARSI SENTIRE e far PARLARE DI SE’, portando avanti, con orgoglio, la VOCE della RESISTENZA turca, nella città dei due mari!!!
La SOLIDARIETÀ È l’ARMA dei POPOLI !
Pratichiamola, a partire dalla… CONTROINFORMAZIONE !
Pratichiamola facendo da “MEGAFONO della RESISTENZA”,
in TURCHIA,
con CHI LOTTA DENTRO e FUORI le CARCERI per una SOCIETÀ DEMOCRATICA e SOCIALISTA e,
in ITALIA,
CONTRO CHI fa affari
e CONTINUA a VENDERE ARMI con uno STATO,
sempre più guerrafondaio e MENTORE dell’ISIS.
LIBERTA’ per il Grup YORUM,
LIBERTÀ  per gli Avvocati del Popolo,
LIBERTÀ per TUTTI i PRIGIONIERI POLITICI !
(Pati) LUCERI
a nome del Comitato Solidale Grup YORUM
Martano (LE), 4/08/2020
HANNO PAURA della Band musicale della TURCHIA: “Grup YORUM” !
Vogliono “cucir” LORO la bocca !
Vogliono NEGARE il CONCERTO !
NON CI RIUSCIRANNO MAI …
IL CONCERTO SI TERRÀ,
così come
STABILITO E OTTENUTO IN PUNTO DI MORTE, dal bassista della Band, Îbrahim GOKCEK !
E, noi compagn* d’ Italia, sappiamo VIGILARE che, di questi tempi…è UTILE e NECESSARIO !
Con quella di ieri mattina, per ben 13 VOLTE, la loro sede, il Centro Culturale “IDIL” ad Istanbul, è stata perquisita, devastata…SACCHEGGIATA!
Come altre volte, hanno arrestato i loro componenti presenti in sede. Ieri mattina, ALTR* SEI: Dilan POYRAZ, Betul VARAN, Eren ERDEM, Sercan TOPTANCI, Barisc YÜKSEL E Kurt BARAN che è stata pute picchiata !
E mentre da un lato vogliono obbligare all’atroce TORTURA dell’ALIMENTAZIONE FORZATA i DUE Avvocat* del Popolo, la compagna Ebru TIMTIK ed il compagno Aytac ÜNSAL (rispettivamente al 217 e 186 Giorno di SCIOPERO della FAME) e dall’ altro a non far tenere il CONCERTO, già programmato per DOMENICA 9 AGOSTO, con la polizia per le strade a togliere i manifesti che lo annunciano
…..
I compagni LOTTANO ANCHE NELLE PRIGIONI E, PER LE STRADE, SFIDANDO LA CENSURA, LA POLIZIA E LO STATO, RETTO DA UN GOVERNO FASCISTA E REAZIONARIO.
Compagni…sù la testa!
SOLIDARIETÀ MILITANTE …OVUNQUE,
a partire da
SABATO 8 agosto a TARANTO e LUNEDI a SAN FOCA (LECCE).
NB.
Aggiungo ancora due punti molto importanti:
1) che i due compagni AVVOCATI, DA TRE GIORNI, SONO STATI  TRASFERITI DALLA PRIGIONE IN OSPEDALE PER COSTRINGERLI ALL’ ALIMENTAZIONE FORZATA CHE È BANDITA DA TANTE ASSISI INTERNAZIONALI ed È considerata una vera e propria forma di TORTURA.
2) IL COMPAGNO BASSISTA della band musicale Gruppo YORUM  aveva proposto che avrebbe smesso lo sciopero della fame se il governo turco avvesde accettato anche una sola delle loro RICHIESTE. IL GOVERNO  HA ACCETTATO CHE gli YORUM, nuovamente si potessero esibire ed il compagno ha smesso ma poi dopo tre giorni è deceduto.
Adesso il governo ha revocato la concessione per il nove di agosto ma…i/ le componenti del Grup YORUM hanno deciso di tenerlo A TUTTI I COSTI !
Pertanto
NEDSUN PASSO INDIETRO COMPAGN*
e teniamo alta alta l’attenzione e diffondiano SOLIDARIETÀ.
Pubblicato il 2020/07/112020/10/20

Sportello solidale di sostegno (8 luglio 2020)

Di seguito, l’aggiornamento del diciottesimo e ultimo appuntamento di raccolta e distribuzione
viveri per chi ha difficoltà economiche.

Abbiamo distribuito:
1 pacco di zucchero da 1kg;
7 buste di latte;
6 barattoli di fagioli;
6 barattoli di ceci;
25 barattoli di polpa di pomodoro;
4 pacchi di farina da 1kg;
10 pacchi di sale fino da 1kg (su 10 raccolti);
4 pacchi di brioche (su 4 raccolti);
3 pacchi di biscotti;
22 pacchi di pasta da 500g;
7 uova.

Ringraziamo tuttx coloro che ci hanno supportato in questa piccola esperienza, costruendo
momenti e percorsi di solidarietà. La lotta sta nel fare in modo che nessuno resti indietro e che sia in grado da sè di autosostenersi!
Un ringraziamento speciale per una persona stupenda che abbiamo avuto il piacere e il privilegio di conoscere nella sua lunga militanza, sempre in sostegno degli ultimi e dei più deboli, sempre pronto a lottare accanto a chi si schiera contro le ingiustizie sociali per costruire un futuro diverso, libero dalle oppressioni e dagli oppressori, grazie Amir da parte di tutta la Città Vecchia e di tuttx noi.

Per l’Autorganizzazione Sociale!

Comitato Città Vecchia

Pubblicato il 2020/05/102020/10/23

Distro sul Kurdistan

Opuscoli:

Confederalismo Democratico di Abdullah Ocalan
In questo opuscolo Abdullah Öcalan sviluppa in modo sistematico il suo progetto politico, il confederalismo democratico. Ad una critica fondamentale dello stato nazione segue una descrizione della sua possibile alternativa, una democrazia transnazionale dal basso.
note tratte da http://ocalanbooks.com/#/book/confederalismo-democratico

Guerra e Pace in Kurdistan di Abdullah Ocalan
In questo breve saggio Öcalan definisce le linee di base della questione kurda, il contesto storico in cui essa si colloca e le sue proposte per una soluzione.
note tratte da http://ocalanbooks.com/#/book/guerra-e-pace-in-kurdistan

Liberare la Vita – La Rivoluzione delle Donne di Abdullah Ocalan
La pratica che ha osservato nei paesi del socialismo reale e i suoi sforzi teorici e la sua pratica dagli anni ’70 in poi, hanno portato Öcalan alla conclusione che la schiavitù delle donne è stata l’inizio di tutte le altre forme di schiavitù. Questo, conclude, non è dovuto al fatto che la donna è biologicamente diversa dall’uomo, ma al fatto che è stata la fondatrice e leader del sistema matriarcale del neolitico.
note tratte da http://ocalanbooks.com/#/book/liberare-la-vida-la-rivoluzione-delle-donne

La Nazione Democratica di Abdullah Ocalan
Per le società il modello dello stato-nazione non è altro che una trappola, una rete di oppressione e sfruttamento. Il concetto di nazione democratica ribalta questa definizione. La definizione di nazione democratica, che non sia vincolata da rigidi legami politici, da una sola lingua, cultura, religione e interpretazione della storia, significa piuttosto pluralità e presenza di comunità, così come di cittadini liberi e uguali che vivono assieme in solidarietà. La nazione democratica permette alle persone di diventare nazione loro stesse, senza dover assecondare il potere o lo stato, di diventare nazione utilizzando una politicizzazione profondamente necessaria. Mira a dimostrare che, non solo attraverso una profonda politicizzazione, ma anche senza diventare stato o acquisire potere, una nazione può essere creata con istituzioni autonome in campo sociale, diplomatico e culturale, così come in economia, diritto e autodifesa, e può, quindi, costituirsi come nazione democratica.La società democratica può essere realizzata solamente attraverso questo modello di nazione. Alla società dello stato-nazione è preclusa, per sua natura, la democrazia. Lo stato-nazione non rappresenta una realtà né universale né locale; al contrario questo disconosce la spinta universalistica e quella localistica. La cittadinanza di una società uniformata rappresenta la mor-te dell’umanità.
note tratte da http://ocalanbooks.com/#/book/la-nazione-democratica

Libri:

Make Rojava Green Again – Comune Internazionalista del Rojava (prefazione di Debbie Booxchin)
E’ un progetto della Comune internazionalista in Rojava che pone la riforestazione come attività centrale nei pressi di Derik, nel nordest del Rojava, dove viene creato un vivaio arboreo. Un progetto che inoltre raccoglie soldi in Europa per portare conoscenze di esperti nella regione. Mentre forze internazionali pretendono per sé territori enormi e mettono in primo piano se stessi e il loro Stato Nazione, la Comune vuole orientarsi sulle persone, la democrazia dal basso e l’ecologia, costruendo ponti tra i diversi movimenti, tra diverse lotte sociali e femministe, gruppi ecologici e il movimento di liberazione curdo e organizzazioni che sono attive nella solidarietà per il Kurdistan. Per essa è importante creare consapevolezza nella società europea per il fatto che guerre, diverse forme di sfruttamento coloniale, feudale e capitalista e problemi ecologici sono strettamente collegati tra loro.
note tratte da https://www.retekurdistan.it/2019/04/22/rendere-verde-il-rojava-internazionalismo-e-rivoluzione-ecologica-in-siria-del-nord-parte-1/

Autunno – Appunti Partigiani dal Kurdistan – AA.VV.
Autunno è il titolo di un piccolo, prezioso libro di poesie, pensieri, frammenti di vite. Un libro di appunti partigiani dal Kurdistan, come il sottotitolo dice. Raccoglie poesie e scritti di Atakan Mahir, Salvatore Ceccarini, Piergiorgio Daltoni, Ali Haydar Kaytan e Abdullah Öcalan. Le fotografie, immagini di quotidianità di guerriglieri e guerrigliere del PKK sono della guerrigliera turca Gülnaz Ege (nome di battaglia Nuran Er).
Pensieri, sogni, paure, amore, dolore, speranza, tutto in forma di poesie e di immagini, messi su carta in fretta e furia fra un passo e l’altro, da compagni e compagne che hanno fatto della montagna la loro casa in movimento. Poesie accompagnate dalle fotografie della compagna turca Nuran Er, caduta sotto le bombe turche ad Amed Lice nel settembre 2017 e dalle parole di Atakan Mahir e Abdullah Öcalan, il leader del popolo curdo, dal 1999 lotta rinchiuso nella prigione-isola di massima sicurezza di Imrali, in condizioni di reclusione inumane.
note tratte da http://www.uikionlus.com/poesie-da-un-autunno-guerrigliero/

Tutta la Mia Vita è stata una Lotta (volume 1) di Sakine Cansiz (Sara)
Primo di tre volumi che Sakine Cansız (Sara), come co-fondatrice del movimento di liberazione curdo, ha scritto negli anni 1996-1998 sulle montagne del Kurdistan e del Medio Oriente.
L’autrice inizia dalla sua nascita e descrive la sua famiglia, le condizioni in cui è cresciuta, la sua conoscenza con il movimento di liberazione, il lavoro da lei svolto in quel tempo e gli sviluppi politici, nonché il suo arresto. Sakine Cansız racconta in maniera molto aperta le sue esperienze, offrendo una descrizione dei primi anni della lotta di liberazione in Kurdistan dal punto di vista di una donna.
note tratte da http://www.uikionlus.com/sakine-cansiz-tutta-la-mia-vita-e-stata-lotta-i-ii-iii-volume/

Tutta la Mia Vita è stata una Lotta (volume 2) di Sakine Cansiz (Sara)
Il secondo volume tratta degli anni che Sakine Cansız (Sara) tra il 1979 e il 1990 passò nelle carceri turche di Elazig, Malatya, Diyarbakir, Amasya e Çanakkale. Racconta la leggendaria resistenza che i prigionieri fecero dopo il colpo di stato militare in Turchia nel 1980 nel carcere di Diyarbakir. Sakine Cansız riferisce senza riguardi cosa significava trovarsi in carcere come donna e quale prezzo fu pagato dai prigionieri curdi e rivoluzionari nella lotta per la dignità umana. Spiega così il percorso non semplice che anche attraverso la resistenza all’interno delle carceri ha contribuito al fatto che le donne curde assumessero un ruolo centrale nella lotta di liberazione.
È il racconto di una donna che non si piega davanti alla tortura fisica e psicologica, in grado di costruire straordinari percorsi di solidarietà tra donne anche in condizioni impossibili, ma parla anche dell’amore e di come questo assuma un senso compiuto solo all’interno della lotta rivoluzionaria.
note tratte da http://www.uikionlus.com/sakine-cansiz-tutta-la-mia-vita-e-stata-lotta-i-ii-iii-volume/

Tutta la Mia Vita è stata una Lotta (volume 3) di Sakine Cansiz (Sara)
Nel terzo volume, Sakine Cansız (Sara) si è unita al movimento di liberazione curdo nel periodo in cui il movimento si stava appena formando. L’autrice acconta il periodo dopo la sua liberazione passato in parte all’accademia del partito e in parte in montagna con la guerriglia, fino alla sua morte violenta il 9 gennaio 2013. Sakine Cansız ha continuato la sua lotta senza interruzioni. La sua biografia è probabilmente il primo libro che racconta la storia della creazione del movimento da un punto di vista di donna. Per il movimento delle donne curde questa trilogia è un documento significativo che racconta la storia della sua nascita attraverso la narrazione di una delle sue protagoniste più importanti.
note tratte da http://www.uikionlus.com/sakine-cansiz-tutta-la-mia-vita-e-stata-lotta-i-ii-iii-volume/

 

Scritti dal Carcere – Civiltà e Verità – L’Era degli Dei mascherati e dei Re travestiti di Abdullah Ocalan (Manifesto della civiltà democratica – volume 1, introduzione di David Graeber)
Il sistema di civiltà statalista, sorto sulla base della formazione intrecciata di classi, città e Stato, si è moltiplicato fino alla fase finanziaria, l’ultima fase del capitalismo, che si basa principalmente sullo sfruttamento e sull’oppressione delle comunità agricole e dei villaggi e, più tardi, dei lavoratori urbani. Se la civiltà statalista vecchia di cinquemila anni è in grado di continuare la sua esistenza a dispetto della civiltà democratica, è essenzialmente dovuto alla sua egemonia ideologica. Sistemi basati sulla coercizione e la tirannia possono avere successo solo se hanno egemonia ideologica. Pertanto il conflitto principale non è solo a livello di divisione di classe, ma anche a livello di civiltà.
La lotta storica, che può essere fatta risalire ad almeno cinquemila anni fa, è essenzialmente tra civiltà-Stato e civiltà democratica; quest’ultima formata da comunità pre-statali agricole e di villaggio.
Tutte le relazioni ideologiche, militari, politiche e economiche, tutti i conflitti e le lotte, avvengono sotto questi due principali sistemi di civiltà.
note tratte da https://www.uikionlus.com/pubblicato-in-italiano-scritti-dal-carcere-civilta-e-verita-di-abdullah-ocalan/

 

Per info e ordinazioni, scriveteci alla seguente mail:
comitatocittavecchia@protonmail.com

Pubblicato il 2020/04/252020/10/20

Solidarietà con Grup Yorum

Nonostante questo stato straordinario e d’emergenza globale dovuto alla pandemia da covid, o meglio alla cattiva gestione dei contagi da parte dei governi e dei sistemi sanitari mondiali, le guerre non si fermano, nè le occupazioni dei territori che siano occupazioni turche, israeliane, ecc. E se le guerre e i conflitti non li ferma nemmeno una pandemia, se la scarcerazione dei detenuti non è pensabile in uno stato ‘occidentale’, se invece gli abusi di potere e polizieschi addirittura si moltiplicano in ogni angolo del mondo, se la precarietà, la povertà avanza in maniera esponenziale in soli pochi e lunghi mesi di restrizioni e distanziamento, certo è che la solidarietà non va e non deve andare in ‘isolamento’!

Restare a casa non ferma l’impegno nelle lotte per l’emancipazione e la libertà, non ferma la solidarietà internazionale.

Grup Yorum (yorum è commento in turco) è un gruppo musicale turco fondato nel 1985, ispirato ai cileni Inti-Illimani. Di area socialista e internazionalista, è autore di numerose canzoni politicamente e socialmente impegnate. Il gruppo diventa famoso soprattutto nei circuiti universitari, diffondendo non solo musica tradizionale e popolare legata a istanze socialiste, ma promuovendo l’azione politica contro i divieti del potere politico dopo il colpo di stato dell’80. Diventa in breve tempo il gruppo con il maggior numero di vendite nella storia della Turchia. Canta in più lingue: turco, curdo, arabo, armeno, kazako, ecc, dando voce a tutti gli sfruttati, a chi sciopera, a chi ha perso i propri cari per la violenza dello Stato, alla resistenza popolare in generale. Proprio per il suo impegno a favore della democrazia e della libertà di stampa, di espressione e di dissenso, è da sempre perseguitato dal governo fascista turco. E’ stato impedito al Grup Yorum di vendere i loro dischi, di fare concerti in territorio turco e tedesco, i loro membri sono costantemente arrestati e orrendamente torturati con l’assurda accusa di terrorismo, accusati di essere legati al Fronte Rivoluzionario per la Liberazione del Popolo, tanto che il gruppo, per sopravvivere, ha dovuto ogni volta sostituire i propri musicisti. Il loro ultimo concerto risale al 2015 e dal 16 maggio del 2019 alcuni componenti del gruppo, detenuti, intraprendono la scelta dello sciopero della fame per protestare per la loro illeggittima detenzione. Dopo 288 giorni di sciopero della fame l’attivista e cantante Helin Bolek muore.

La morte di Helin ridà visibilità, a livello internazionale, ai metodi da regime di Erdogan e del suo governo, con i quali reprime i suoi oppositori e dissidenti nell’indifferenza mondiale. Helin Bolek muore durante questo stato di pandemia, mentre la Turchia discute sulla possibilità di una maxi-amnistia, nella quale non rientrano però gli oppositori politici al regime. E’ evidente il genocidio che sta avvenendo nei confronti delle popolazioni curde che vivono nel Kurdistan del nord (nel ‘territorio’ turco e siriano), è una vera e propria pulizia e sostituzione etnica. Con la stessa brutalità il governo turco agisce con forti repressioni nei confronti di giovani, lavoratori, giornalisti, scrittori, avvocati, artisti e dissidenti turchi, repressione che consiste in divieti, retate e raid, sequestri e saccheggi, arresti, torture, umiliazioni, violenze, anche sessuali nei confronti dei detenuti, ecc.

Un altro membro della band, Ibrahim Gokcek, condannato con Helin Bolek, perchè ritenuti, senza reali prove, di appartenere all’organizzazione terroristica armata Dhkp-C, già in carcere da maggio 2019, intraprese insieme alla Bolek e ad altri musicisti ed avvocati del popolo, lo sciopero della fame, per poi decidere di convertire lo sciopero della fame in digiuno alla morte (digiuno portato fino al punto di morte se le richieste avanzate nella protesta non vengano accettate). Le richieste consistono nella la scarcerazione immediata di tutti i membri del gruppo in stato di detenzione, l’annullamento del mandato di cattura dei membri non incarcerati, la fine delle irruzioni della polizia nel centro culturale İdil e l’annullamento del divieto di esibizione per il gruppo. I membri del gruppo in digiuno alla morte sono stati poi rilasciati e trasferiti in ospedale dove sarebbero stati sottoposti all’alimentazione forzata dato l’aggravarsi della loro situazione di salute. Entrambi hanno rifiutato tale trattamento. Helin Bolek muore dopo 288 giorni di digiuno, Ibrahim Gokcek, continua tutt’ora il suo digiuno da ben 313 giorni, nella casa di Grup Yorum ad Armutlu (Istanbul). Sulla soglia della morte, combatte per la sopravvivenza e continua a sperare, grazie alla solidarietà di tutto il mondo.

E ieri è giunta la notizia della morte di Mustafa Kocak dopo 297 giorni di sciopero della fame. Arrestato e interrogato per settimane sotto tortura. Accusato dalla polizia antiterroristica di aver fornito armi utilizzate nel rapimento di un procuratore che lavorava sul caso di Berkin Elvan, un minorenne colpito da un lacrimogeno durante gli scontri di Gezi Park e morto dopo alcuni mesi di coma. Il procuratore morì durante lo scontro tra sequestratori e polizia, le indagini stabilirono in seguito che era stato colpito dal ‘fuoco amico’ della polizia. Mustafa Kocak è comunque condannato all’ergastolo, a luglio 2019, dopo un processo fittizio, basato sulla testimonianza di un uomo che aveva sentito fare il suo nome in un bar. Mustafa Kocak chiedeva un processo equo.

POSSONO FERMARE I CORPI, PRIVARLI DI DIGNITA’ … DELLA VITA … MA IL MESSAGGIO RIVOLUZIONARIO DELLE PAROLE E DELLA MUSICA DI GRUP YORUM … L’ESEMPIO DI LOTTA PER LA GIUSTIZIA E LA LIBERTA’, LA GENEROSITA’ CHE CI LASCIANO IN EREDITA’ NESSUN REGIME POTRA’ MAI FERMARE … NON FINO A QUANDO LA SOLIDARIETA’ RESTERA’ UN’ARMA !!!

IL GOVERNO FASCISTA DI ERDOGAN CONTINUA AD UCCIDERE E A SOFFOCARE LE VOCI DEI DISSIDENTI CON LA COMPLICITA’ E L’INDIFFERENZA DEL MONDO !

PONIAMO UN ARGINE A QUESTA MATTANZA COSTRUENDO SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALISTA ! … MOBILITIAMOCI !

LIBERI TUTTI, LIBERI SUBITO !!!

ERDOGAN ASSASSINO!!!!

COMITATO CITTA’ VECCHIA TARANTO

—

Per chi volesse dare un segnale di solidarietà, esistono alcune possibilità:

Campagna internazionale per la liberazione dei dissidenti e piogge di foto in solidarietà con Grup Yorum stanno invadendo i social nel mondo, nell’estremo tentativo di smuovere l’insensibilità delle istituzioni internazionali.

Le foto possono essere trasmesse via whatsapp ad Antonello Pabis, (3332384701) o a Pati Luceri (3398277593), specificando “la propria regione”.

Girare un breve video con un messaggio di solidarietà per i resistenti e inviatelo a ‘antiemperyalistresist@yandex.com’.

Sarà pubblicato in varie reti di solidarietà e potrà essere condiviso da molti altri gruppi di amici per essere ascoltato a livello internazionale.

Organizzare proteste davanti all’ambasciata o ai consolati.

Scrivere fax tutti i giorni a:

Presidency Of The Republic Of Turkey

indirizzo: Cumhurbaşkanlığı Külliyesi 06560 Beştepe-Ankara-Turkey

tel: (+90 312) 5255555 fax : (+90 312) 5255831

contact@tccb.gov.tr

Ministry of Justice Of The Republic Of Turkey

Indirizzo: 06659 Kizilay/ankara

tel: 90 (0312) 4177770 fax: 90 (0312) 4193370

info@adalet.gov.tr

Ministry of Internal Affairs of Turkey

indirizzo: Çamlıca Mahallesi 122. Sokak N° 2 Yenimahalle/Ankara

tel: (0312) 3876084 fax: (0312) 3876091

—

Oggi, 25 Aprile, più che mai la resistenza non va ricordata, ma praticata. Oggi che lo stato pandemico sta lasciando vasti spazi per una trasformazione verso uno stato iper-repressivo, che mira a trasformare il distanziamento sociale in isolamento e atomizzazione, affinché viviamo sempre più in solitudine lo sfruttamento dei nostri corpi e dei nostri territori. Oggi più che mai non basta solo la resistenza ma serve un processo di liberazione, capace di tessere nuove trame in un ordito iperconsumista, che nasconde le sue crisi sempre più a fatica, oggi più che mai mostriamoci solidali, torniamo ad unirci, insieme verso l’unico vero nemico (assolutamente visibile) che abbiamo sempre avuto: il capitalismo e l’imperialismo in tutte le sue forme.

Pubblicato il 2020/04/182020/10/21

Sportello di solidarietà al reddito

In un momento in cui la paura del prossimo rischia di annullare i pochi diritti ancora presenti, costruire percorsi di solidarità è una delle armi migliori per non lasciare che il distanziamento sociale avveleni le nostre menti e i nostri corpi. Per non tornare indietro ad una società ancora più schiava, ma per garantirci la libertà di vivere in maniera dignitosa.

Da giovedì 23 aprile vi aspettiamo dalle 10.00 alle 12.00 per ricevere aiuti alla costruzione di uno sportello di solidarietà al reddito in città vecchia.

Pubblicato il 2020/04/102020/10/20

Per Salvatore Ricciardi militante rivoluzionario

Caro Salvatore non ci sono abbastanza lacrime o elogi funebri che siano appena sufficienti a ricordare che Uomo e che Compagno sei stato. Non ti hanno piegato i tantissimi anni di carceri speciali. Non hai mai arretrato di un millimetro dalle tue convinzioni umane e politiche che hai trasmesso ad ogni iniziativa cui hai partecipato. Sei stato per tutt* noi compagn* un grandissimo maestro di vita e di militanza rivoluzionaria. Raccogliamo la tua bandiera per asciugare le nostre lacrime e per portarla in ogni nostra manifestazione, perché CHI VIVE NELLA LOTTA NON MUORE MAI ✊ COMPAGNO SALVATORE RICCIARDI: PRESENTE!✊ CHE LA TERRA TI SIA LIEVE✊

Le Compagne e i Compagni di Taranto.

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