Cena Sociale VENERDI’ 28 APRILE ore 20.30


La socialità e la convivialità di una cena non sono un mistero..ma magia da vivere!

 

Menù:

Trofie con pomodori e cacio ricotta,

Uccelletti vegetariani e onnivori,

Cotoletta di melanzane viola,

Focaccia,

Formaggio vari.

 

E’ gradita la prenotazione tramite messaggio privato alla pagina fb del Comitato Città Vecchia.

 

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COMITATO CITTA’ VECCHIA

Arco Paisiello 18

Taranto

 

Vi aspettiamo!

TARANTO: LA PANDEMIA PERENNE

Nelle giornate di carnevale è tradizione, tramite l’arte delle maschere, irridere il potere costituito mostrando tutte le contraddizioni e le ipocrisie delle politiche intraprese.

Mai come quest anno, il carnevale ci è sembrato il momento idoneo per ribadire che la salute di Taranto è stata sempre messa all’ultimo posto da qualunque amministrazione: locale, regionale, nazionale o trans-nazionale.

In questi due anni abbiamo visto la politica dei palazzi rincorrere la gravosa situazione sanitaria a suon di DPCM sempre più repressivi e divisivi, sempre meno utili ad arginare davvero il fenomeno.

Ma, al di là della nostra opinione sulle politiche di gestione dell’emergenza, siamo convinti che chiunque viva questo territorio si sia chiest* almeno una volta dove fosse tutta questa attenzione alla salute della popolazione tarantina.

Dove è stata, e dove ancora è, tutta questa attenzione, quando la diossina entra nel latte materno, quando l’ inquinamento delle industrie pesanti e della Marina Militare condanna la nostra città a malattie genotipiche, quando i nostri infanti di 7 anni e anche meno si ammalano di tumore come fossero fumatori incalliti?

Dove è la coerenza quando si continuano a condannare interi settori economici c.d. “non produttivi” al collasso per il virus invisibile del capitalismo, mentre le morti oggettive e documentate di questa città spingono al massimo il Clini di turno, a dire che suo nipote non l’avrebbe mai fatto crescere qui?

E ancora, dov’è questa coerenza quando gli spazi anche di socialità ci vengono sottratti dall’inquinamento? Dove è quando ai Tamburi nei maledettissimi Wind days viene proibito anche solo di passeggiare nei parchi o andare a scuola?

Con questo carro, con un’allegoria abbastanza evidente, vogliamo entrare nella contraddizione totale che c’è stata, e ancora persiste, tra la gestione dell’ emergenza pandemica e la gestione della quotidianità negata ai Tarantini.

Abbiamo scelto una bambina e non l’abbiamo fatto a caso.

Per noi la rivoluzione serve, è quanto mai indispensabile. E o sarà femminista, o non sarà.

Abbiamo scelto una bambina che nel nostro immaginario sovrasta completamente lo stabilimento perché le future generazioni si assumeranno il compito di tappare quelle ciminiere e lo faranno in maniera transfemmimista senza fobismi culturali, senza paura e senza ipocrisia.

Noi quel giorno vorremno esserci, e se saremo ancora qui, saremo accanto alle bambine e ai bambini di Taranto; saremo accanto agli/lle adolescenti e a tutt* quell* che sono stanchi di vedersi costretti a fuggire da questa terra perché è stata sacrificata alle logiche del profitto.

Noi quel giorno ci saremo e vi renderemo il conto salatissimo per come ci avete condannato.

Tanto salato quanto il secolo inquinato a cui ci avete relegato.

E sciolgeremo le redini, spezzeremo le catene, alzeremo al cielo i nostri bambini e le nostre bambine e voi, voi che ci governate, voi che ridete con i Riva per le morti di tumore, voi… ecco, voi sperate di non esserci.

Perché è vero, a carnevale ogni scherzo vale, ma in una rivoluzione, non si scherza. Con la vita non si scherza.

Nel frattempo costruiamo insieme le condizioni, affinché, quando il momento sarà propizio… UNA RISATA VI SEPPELLIRÀ!

 

 

 

La vocazione

La Grammella (grammèdde, in dialetto tarantino) è un coltellino che serve per aprire le valve delle cozze. Grammella e cozza sono un simbolo della cultura tarantina, un po meno lo è il limone che comunque cresceva rigoglioso intorno al mar Piccolo. Ma ciò che rappresenta, ancora più, questa città, è il mare con i suoi due mari, isole e isolotti, con i suoi piaceri e dolori, la sua luce e la sua ombra.

Per decenni la città di Taranto è stata definita a ‘vocazione’ industriale. Il Boom economico ormai latitante da alcuni decenni ha lasciato sul terreno speranze, ambizioni, partenze, addii, malattie, sofferenze e sacrifici. La promessa del progresso, del miglioramento delle proprie condizioni riscattandosi col lavoro, l’ascesa sociale ed economica delle nuove famiglie risorte dalle ceneri delle guerre mondiali, lasciano il posto oggi a delusioni, sfruttamento, abbandono e rassegnazione.

L’acciaio ha temprato le anime ma, scalfito, fino alla morte, i corpi.

Decenni di dipendenza di questa città, dalle dinamiche finanziarie dell’impresa siderurgica (statale e poi privata e poi ancora statale) e suo indotto, ha sancito per troppo tempo una saldatura tra questa terra e l’acciaio. Una dipendenza deviata e deviante che ancora paghiamo e che i più giovani continuano a pagare ancora oggi e chissà per quanto. L’industria che tuttx vedevano come la soluzione alla fame, alla mediocrità, alla provincialità, all’ignoranza, ha fatto studiare i figli degli operai ma privandoli dei proprx carx, dei propri genitori, sacrificatx sull’altare del lavoro, a scapito della salute e della vita, purtroppo.

Questa dipendenza condiziona tutt’oggi le scelte dei cittadini, dei lavoratori e degli studenti che emigrano, dei malati che viaggiano al nord per curarsi, di interi nuclei familiari sdradicati dalle loro case ed affetti. Da decenni questa storia va avanti e quanto ancora dobbiamo chiudere gli occhi di fronte alle vere e reali vocazioni di questa terra!? Per quanto ancora intendiamo subire malattie e morte per pochi spicci?! Per quanto ancora permetteremo ad uno Stato che, con le sue leggi e con un’ostinata politica finanziaria ed economica, depreda e deprava e condanna Taranto a morte!!!

Nei testi storici ci descrivevano il mar Piccolo come un giardino vasto e vario di fiori e frutti, un paradiso che si estendeva al mare, con le sue acque limpide e ricche di pesci e frutti di mare. Nei testi del passato si parla di una città vecchia ricca di vita e socialità, di amore e solidarietà, di cultura e dignità. Ma c’è tanto anche sulla nascita della stazione, dei mutamenti dovuti all’unificazione dell’Italia, dell’arrivo dell’Arsenale Militare, dell’espansione e della cementificazione della città, la nascita del polo siderurgico. Molti sono i testi che riguardano la vita economica e sociale e culturale di Taranto, ma oggi è necessario costruire il nostro immaginario e scrivere la sorti della città!

Lì dove i nostri vecchi slogan ‘Università, Pesca e Turismo’ sono stati fraintesi, abusati e ridotti a mercificazione e sfruttamento del territorio e dei nostri corpi, riportiamo, con rispetto, il nostro sguardo al mare, la vera vocazione di questa terra.

Perchè il mare può darci ancora, se lo vogliamo noi come comunità, ‘pesca, università e turismo sostenibili’.

” Dove andiamo? Sempre a casa. Ma io, come sarei potuto tornare a casa se non per il tramite del mare?”

Salvatore De Rosa

COMITATO CITTA’ VECCHIA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Auguri Salvatore

Sappiamo che è fondamentale continuare a seguire il tuo esempio metodologico nella militanza e seminare rivoluzione nelle vecchie e nuove generazioni.

Buon compleanno Salvatore De Rosa

Che la terra ti sia lieve
✊🏽 hasta siempre

CENA SOCIALE VENERDÌ 3 GIUGNO ore 20.30 ACCORCIAMO LE DISTANZE, AGGREGHIAMO IL DISSENSO!

CONTRO LE GUERRE DEGLI IMPERI, CHE SONO I POPOLI A PAGARE! UCRAINA E RUSSIA LIBERE E AUTODETERMINATE!

Menù:

Spaghetti con le cozze e alternativa vegetariana;

Frittura di pesce;

Melanzane agghije ngule;

Patate novelle al forno;

Formaggi vari;

frutta e…panettone!

E’ gradita la prenotazione.

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LOTTA CON NOI!

COMITATO CITTA’ VECCHIA
Arco Paisiello 18
Taranto

Vi aspettiamo!

CENA SOCIALE
VENERDI’ 27 MAGGIO
ore 20.30

ACCORCIAMO LE DISTANZE, AGGREGHIAMO IL DISSENSO!
CONTRO LE GUERRE DEGLI IMPERI, CHE SONO I POPOLI A PAGARE!
NO PUTIN! NO NATO!

Menù:
Orecchiette al forno vegetariana e non;
Frittelle di patate, zucchine e asparagi;
Asparagi e pomodori e olive;
Focaccia;
Frutta.

E’ gradita la prenotazione.

SOTIENI LE AUTORGANIZZAZIONI!
LOTTA CON NOI!

COMITATO CITTA’ VECCHIA
Arco Paisiello 18
Taranto

Vi aspettiamo!

Questi ultimi dieci anni di lotte e processi hanno visto come imputati decine di compagni e compagne, criminalizzatx perché non hanno piegato la testa alle imposizioni dall’alto.

I governi decidono le sorti di interi territori, quando non li gestisce direttamente, li consegna nelle mani degli sciacalli della finanza e dell’economia, con una ricaduta disastrosa sull’ambiente e sugli aspetti sociali, culturali, economici del territorio, sulle collettività che li abitano e sul loro presente e futuro.

Speculazione e abbandono, devastazione del territorio, disastri ambientali, disboscamenti, colture e allevamenti intensivi, cultura delle monocolture e della grande distribuzione, appiattimento delle caratteristiche e delle varietà dei prodotti locali, disoccupazione e esodi di massa delle nuove generazioni, queste sono alcune delle cose contro cui lottiamo. Sono le ragioni che ci spingono a non abbassare la testa, né a voltarci dall’altra parte.

La difesa dei territori, delle nostre libertà, delle nostre sorti sta a tutti e tutte noi. Siamo tutti e tutte coinvoltx!!!

Il Comitato Città Vecchia riprende le Cene Sociali per la raccolta fondi per la Cassa di Resistenza e invita tutti e tutte alla partecipazione solidale alle prossime iniziative.

https://www.facebook.com/events/293552385984739/?ref=newsfeed

LA LOTTA NON SI PROCESSA!

https://comitatocittavecchia.noblogs.org/post/2020/11/19/ambiente-lavoro-salute-non-assolte/

Sempre al nostro fianco nelle lotte!
… per non dimenticarti!
A pugno chiuso … ciao Laura!!!

Raggia compie un anno!

VENERDÌ 3 DICEMBRE
siamo orgogliosi di ospitare il compleanno di Raggia Tarantina!!!


365 giorni di lotta, socialità e costruzione collettiva. Un anno nel quale  abbiamo sperimentato nuovi percorsi e durante il quale abbiamo messo le basi per un nuovo cammino collettivo, per immaginare diversamente la nostra città e il nostro territorio.

Quest’anno passato insieme ci spinge a rinnovare la nostra voglia di lottare. La lotta per noi non sarà mai solo difficoltà e sacrifici, ma anche voglia di stare insieme, di confrontarci, di gioire e di ricostruire il mondo che viviamo a partire dalle nostre relazioni e dal nostro senso di comunità.

Venerdì sera festeggiamo tutt* insieme con tanta musica e socialità.
Venerdì 3 Dicembre dalle 20 in poi al Comitato Città Vecchia, Arco Paisiello, 18.

GREEN PASS … ALLINEAMENTO SOCIALE E SORVEGLIANZA DI MASSA

Ci sembra opportuno iniziare dicendo subito che non siamo scientisti, non siamo tantomeno negazionisti e crediamo invece che i vaccini storicamente, quando la medicina curava e non cronicizzava le malattie o non ci lucrava su, abbiano aiutato l’umanità a sopravvivere. Cominciamo con questa premessa perché non vogliamo assolutamente cadere nella polarizzazione dicotomica, spinta in questi anni dai media e dai social, per i quali essere contro il green pass significa essere automaticamente contro il vaccino. Non ci interessa parlare del vaccino anti-covid e già ne abbiamo parlato troppo in queste poche righe. Per quanto ci riguarda, vogliamo parlare del green pass.
Una costrizione che incide in maniera invadente, discriminatoria e repressiva nelle nostre vite e sulle nostre libertà.

Da agosto 2021 siamo obbligati ad esibire un documento per poter fare cose che ritenevamo scontate e banali, come andare in pizzeria, al bar, al cinema, allo stadio o in palestra, ecc. Tale obbligo sembrerebbe motivato da esigenze sanitarie tese a frenare la ‘pandemia’, ma non riusciamo affatto a vedere ciò, come uno strumento teso a salvaguardare la salute pubblica. Ci sembra piuttosto uno strumento teso a consolidare il controllo sociale e ad inasprire un apparato repressivo sempre più sfacciato al servizio di un governo sempre più autoritario e, nella loro democrazia, sempre meno legittimato, dato che sono almeno otto anni che il consiglio dei ministri non ha elezioni regolari.
Il green pass è uno strumento che nel suo immaginario nasce associato ad una applicazione per smartphone che nel pieno delle sue funzionalità è capace di tracciarci, osservando dove, quando e con chi siamo in ogni momento. Nulla di diverso da tutte le informazioni che le nostre attività su cellulare forniscono a banche dati di ogni risma, ma in questo caso non solo i dati sono quelli sanitari che dovrebbero essere e restare privati, ma forniamo noi stessi consenso esplicito al tracciamento costante. L’informazione televisiva e giornalistica ha un ruolo fondamentale, quello di allineare, tramite terrorismo mediatico, il pensiero delle masse al pensiero della classe dominante, una tendenza da sempre esistita e quasi fisiologica. Il green pass quindi sembra più uno strumento di controllo sociale che di prevenzione alla diffusione del virus, perché ci sarebbe sembrato molto più sensato, ad esempio, in questo caso disporre tamponi gratuiti in ogni angolo delle città per garantire di determinare nel più breve tempo possibile la presenza del covid ed evitare che si sviluppino focolai.

Il green pass ci sembra classista perché aiuta i padroni a licenziare e ad annichilire eventuali forme di dissenso verso il ‘potere costituito’ in fabbrica come in strada, costringendo i lavoratori a obblighi e scelte condizionate pur di mantenere il lavoro. Ad esempio ‘obbligo vaccinale per determinati ambiti lavorativi (vedi quello sanitario)’,obbligo di green pass per i lavoratori pubblici e privati, i costi elevati dei tamponi, discriminazioni ed emarginazione dei lavoratori che decidono di non vaccinarsi e di non accettare il green pass, lavoro agile solo per chi ha vaccino o green pass (quest’ultima è solo una proposta non passata, per ora). Questi sono solo alcuni esempi del livello di costrizione che il governo attua, con la scusa di raggiungere il maggior numero di vaccinati, per educarci all’obbedienza e a sottostare ed accettare regole sempre più stringenti finalizzate al controllo sociale.
In Austria è in atto un ennesimo lockdown, che proseguirà, a un certo punto, solo per i non vaccinati, a febbraio sarà imposto l’obbligo vaccinale. In Indonesia, Turkmenistan e Micronesia l’obbligo vaccinale è già legge. In Australia, grazie al consenso esplicito dei cittadini, i sistemi di tracciamento che elaborano i dati biometrici erano già impiegati per supervisionare la quarantena ‘pandemica’ e anche qui è stato imposto l’obbligo vaccinale a larghe fasce di lavoratori.
In Italia la possibilità di un lockdown per i non vaccinati ha preso piede nella discussione politica e trova molto consenso in difesa di quella maggioranza che si è fidata del mondo sanitario e del governo e che non intende pagarne le limitazioni. In nome di un ‘Super Green Pass’ presto il Governo porterà la validità del certificato verde dai 12 ai 9 mesi e da 6 a 5 mesi la validità del richiamo. Obbligherà al vaccino i lavoratori delle scuole, dove il 90% è già vaccinato!
Intende ridurre la durata della validità dei tamponi e dello stesso certificato verde, limitare la validità del certificato ottenuto con i tamponi solo per l’accesso al lavoro o ai servizi essenziali, esclusi i luoghi di ritrovo, aggregazione e socialità. Restrizioni che il Governo adotterebbe in caso di cambio dei colori delle regioni.
È chiaro che, un documento che ti permette di avere accesso ai vari aspetti della vita sociale, fondamentale anche solo per espletare il normale ‘diritto al lavoro’, contribuisce in maniera notevole all’allineamento e all’appiattimento del senso critico. Un ‘Diritto al lavoro’ che, in alcune città più chiaramente che in altre, è sempre stato utilizzato come grimaldello per assicurare alle grandi imprese di distruggere e saccheggiare interi territori anche della speranza di un futuro. ‘Diritto al lavoro’ ritenuto inalienabile quando si trattava di andare in
deroga su qualunque DPCM per garantire la continuità produttiva di alcuni stabilimenti, ma che veniva completamente dimenticato quando nello stesso tempo si decideva arbitrariamente di affossare del tutto alcuni settori  dell’economia legati alla classe media e bassa.
E per rimanere in ambito locale ci piacerebbe tanto sapere quanti dei soldi destinati all’emergenza siano arrivati alla ricerca per esempio dei legami tra diffusione del virus e inquinamento, e ci piacerebbe anche capire quali e quanti soldi siano stati stanziatati per la ricerca sui legami tra la diffusione del contagio e il salto di specie a causa degli allevamenti intensivi, dello sfruttamento selvaggio di qualunque risorsa naturale, del disboscamento e dell’estrattivismo incontrollato e della devastazione ambientale.
In quest’ottica drammaticamente repressiva trovano spazio politico stravaganti idee che riecheggiano a leggi speciali contro i ‘no green pass’; propagandando le leggi speciali profuse negli anni di piombo, addirittura!. Ma il fatto che dimostra, che il green pass è solo uno strumento repressivo, è che sono impedite le manifestazioni nelle piazze e nelle vie principali delle città, nei centri storici, nelle strade dello shopping e vicino gli obiettivi sensibili, sia a chi ha il green pass sia a chi non lo ha. Secondo la narrazione ufficiale sarebbero gli assembramenti a diventare possibili focolai di contagio ma, mantenendo tutti i dispositivi per il contenimento (mascherina, distanziamento, ecc), tutte le manifestazioni sono spostate nelle periferie o nelle zone marginali delle città, forse qui il virus non si diffonderebbe? O piuttosto si vuole depotenziare  qualunque dissenso possa essere provocato dall’incredibile carovita a cui il sistema Europa sta per sottoporsi? Mentre, chi propone il green pass, ci dice che nel PNRR troveremo la possibilità di far fronte alla crisi, la crisi già travolge le famiglie con redditi medio bassi con stangate di aumento del 30% sulle utenze e sulle materie prime che si ripercuotono su tutta la catena dei  consumi, in maniera diretta o indiretta. In questa fase il ‘governo del green pass’, che allinea i suoi sudditi e richiede cieca obbedienza, con la scusa dei ‘no green pass’, allontana, per salvaguardare i privilegi di chi Draghi e company rappresentano, le possibili proteste sociali di chi non vuole pagare la crisi.
Vogliamo ricordare che i grandi eventi tragici che in questi ultimi decenni  hanno sconvolto l’umanità, oltre ad essere frutto delle politiche scellerate neoliberali e imperialiste e delle tensioni lobbistiche mondiali, sono anche strutturali all’imposizione di controllo e repressione a scapito di alcune libertà, libertà alle quali rinunciamo ogni volta con complice consenso, in nome di un ‘bene collettivo’ o di ‘un senso di responsabilità’, che va a chiudere il quadro di assoggettamento e allineamento dell’individuo e delle collettività. In un contesto politicamente, così preoccupante, non ci meraviglierebbe scoprire che, seppure la ‘pandemia’ passerà, il green pass, nella sua logica di ‘tutore’ della collettività (per noi assolutamente folle e patriarcale), possa perdurare, trasformandosi e legittimandosi. Magari un domani per rilasciarcelo non ci chiederanno un vaccino o un tampone, ma la fedina penale.
Nel 2015 iniziano in Cina le sperimentazioni del Sistema di Credito Sociale, in sintesi una tessera sulla quale, tramite un sistema di punteggi, è classificata la reputazione del cittadino, con la quale gli è permesso di accedere o meno ai vari servizi e beni pubblici e privati. Un reale strumento di sorveglianza di massa!
E se la Cina rappresenta una forte minaccia per i mercati mondiali, la logica capitalista delle altre potenze economiche porta a inseguirla verso l’annullamento dei diritti sindacali in ambito lavorativo, allo sfruttamento e devastazione dei territori, agli esodi di massa, alla restrizione di ogni forma di libertà individuale e collettiva.

Se il Capitalismo è il virus!?! … e lo è! Noi dobbiamo esserne gli anticorpi!

COMITATO CITTÀ VECCHIA