RECOMMON ARRIVA A TARANTO

Tra il 6 e l’11 ottobre, 4 appuntamenti in Puglia, in cui Elena Gerebizza e Filippo Taglieri presenteranno gli ultimi lavori di Recommon sul tema delle “False soluzioni per il clima”.

 

Oggi faranno tappa a Taranto, nella città dell’Ilva, in cui presenteranno “Ripresa e Connivenza” , l’inchiesta in cui raccontano come facendo leva sul loro accesso privilegiato ai decisori politici, colossi energetici come Eni e Snam sono riusciti a plasmare il Recovery Plan italiano, infarcendolo di false soluzioni come l’idrogeno e il biometano, dietro cui si nasconde il tentativo di vincolarci al gas per i prossimi decenni. Alcuni di questi progetti potrebbero riguardare proprio la Città dei due Mari.

 

Stasera ore 18,30 appuntamento a Taranto presso il comitato città vecchia (Arco Paisiello, 18).

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Il Comitato Città vecchia è orgoglioso e onorato di ospitare grazie a Raggia Tarantina

INCONTRO CON GRUP YORUM A TARANTO!

Grup Yorum è un gruppo musicale legato alla sinistra turca, molto noto e apprezzato in Turchia.
Fondato nel 1985, ne hanno fatto parte musicisti diversi. Il repertorio musicale del gruppo ha però sempre mantenuto un forte connotato politico, molto spesso di protesta nei confronti del governo turco e in particolare, negli ultimi anni, nei confronti del presidente Erdoğan.
Il gruppo è stato accusato più volte dal governo turco di collaborare con il Fronte rivoluzionario della liberazione popolare, un partito di estrema sinistra, considerato un’organizzazione terroristica da Turchia, Stati Uniti e Unione Europea.
Per questo, negli anni i membri di Grup Yorum sono stati più volte arrestati e i loro dischi sequestrati.
Nel 2019 alcuni membri del gruppo hanno iniziato uno sciopero della fame per protesta contro la propria detenzione ritenuta illegittima: a seguito di ciò, sono morti nel 2020, all’età di 28 anni, la cantante turca Helin Bölek e Mustafa Kocak. Il 7 maggio 2020, per la stessa causa, all’età di 40 anni è morto anche Ibrahim Gökçek.
Lo sciopero ha coinvolto anche due dei loro avvocati difensori. Tra questi c’è Ebru Timtik, deceduta un anno fa nelle carceri turche.
Proprio in questi ultimi mesi, dopo scioperi della fame, incarcerazioni, minacce e attacchi ai centri sociali da loro attraversati, finalmente la band sta facendo un tour in varie parti d’Europa.
I questi giorni sono in Italia per suonare i loro pezzi, che parlano di uguaglianza, libertà e autodeterminazione dei popoli.
Il 25 settembre hanno suonato a Roma, il 27 hanno suonato a Sinnai (CA), il 29 a Bari per la prima tappa pugliese e il 2 ottobre a Lecce a chiusura di questo tour italiano.
Siamo davvero felici di poter annunciare che incontreremo i compagni e le compagne del Grup Yorum anche qui a Taranto, città simbolo, purtroppo, di tutte le contraddizioni che il sistema capitalistico porta con sè. Sarà un’assemblea aperta, una discussione sulle esperienze e sulle idee di lotta e resistenza che ci accomunano.
Invitiamo tuttə alle 18.30 del 30 settembre 2021 presso il Comitato Città Vecchia (arco Paisiello 18-Taranto).

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NCLN expo tour

1500 km e 6 tappe dopo arriviamo a TARANTO!

Potrebbe sembrare un viaggio lungo, ma l’NCLN Expo Tour è appena all’inizio!

Ci vediamo il 12 e il 13 Luglio con il Comitato Città Vecchia per la presentazione del nostro nuovo progetto:

PER LA STRADA CON L’ARMATA NERA: appunti strategici sulla campagna di Liberazione. Una raccolta illustrata del diario ritrovato della Subcomandante Marta.

Lunedì 12 H19.00 – 23.00
Martedì 13 H 13.00 – 23.00

PRESENTAZIONE E DISCUSSIONE H 19.30 di Lunedì

Ci vediamo all’Arco Paisiello 18, nella Città Vecchia di Taranto!

Cena Sociale 2 Luglio

Menù della serata:

Pasta con le vongole/pasta con i pomodorini
Pepata di Cozze
Polpo alla luciana
Patate al forno
Insalata di stagione
Stuzzicheria
Anguria
Gelato

 

start h 19

a presto

Decoro e Monnezza

Decoro e Monnezza
I gabbiani, ieri, volavano sui mari, inseguivano i pescherecci. Erano forti, sani e planavano in cieli tersi.

Probabilmente l’unico aspetto positivo delle restrizioni, durante la prima ondata di contagio da covid, è stato la riappropriazione da parte della natura degli spazi lasciati dall’essere umano, quest’ultimo costretto a provare la cattività, che solo i detenuti nelle carceri conoscono.
Durante quei duri e lunghi mesi, la vegetazione, gli animali, danno vita a quelle strade, quei campi, quei cieli, che l’essere umano ingombra invece senza rispetto. All’ingombro segue l’inquinamento, il degrado ambientale, la strage infinita di piante ed animali e territori per soddisfare la fame umana di conquista e distruzione, dominio e possessione.
L’umano non ha imparato nulla, neanche stavolta. Testardamente siamo tornati a invadere il mondo con la nostra rumorosa e devastante arroganza. La finanza, le politiche economiche ed estrattive incrementano i loro capitali per distruggerlo in nome di un profitto sempre maggiore, per detenere un potere schiacciante che non rispetta né la natura, né la vita umana stessa, mettendo a rischio, per sua logica distruttiva e cieca, la vita di tuttx e tutto.
Ma ciò non scoraggia chi ha preso coscienza della letale invadenza umana e delle mortali politiche capitalistiche e decide di invertire, anche se nel suo piccolo, la rotta. Abbiamo visto in mezzo secolo e più, grandi battaglie per l’ambiente, timide ‘svolte’ industriali sedicenti sostenibili e ‘green’, abbiamo imparato a riciclare, forse, ma il mondo va verso un continuo degrado, ma nonostante tutto i fiori continuano a sbocciare.
Il degrado ambientale dovrebbe essere a cuore di tuttx e, non meno, a cuore delle scelte politiche, che invece restano deboli e fatte da ipocriti politicanti asserviti alle industrie e alle multinazionali.
E’ invece il ‘degrado’ sociale e culturale il protagonista delle scene mediatiche, che scandalizza il benpensante, un degrado su cui il politico e il faccendiere specula e lucra.
Abbandono, abusivismo, analfabetizzazione crescente, povertà, criminalità spicciola sono problemi che si pensa risolvere con il controllo e la repressione.
Il decoro che una società borghese esige è un decoro che vede strade linde e sicure, centri storici trasformati in salotti. E’ un decoro che non accetta vedere la povertà e le conseguenze di decenni d’abbandono, non accetta la diversità, ma pretende omologazione e rispetto di una sorta di moralità o di una legalità che altro non è che la garanzia dei privilegi borghesi a scapito della cultura popolare con tutte le sue disgrazie e ricchezze.
Ecco che ci si scandalizza alla vista di cumuli di rifiuti, che la gente lascia nei vicoli del centro storico, così come nei quartieri, soprattutto periferici. La raccolta differenziata, imposta da un giorno all’altro e senza un’effettiva comprensione da parte degli abitanti, scaturisce come risposta un maggior accumulo di rifiuti nei posti lì dove prima c’erano i soliti cassonetti, crea scontento in quanto le nuove campane sembrano essere poche per raccogliere i rifiuti urbani del quartiere e non tutti sono ufficialmente residenti, quindi non tutti hanno la possibilità di richiedere la tessera per l’utilizzo delle campane digitalizzate, con conseguente abbandono dei rifiuti nei vicoli. L’amministrazione comunale, a parte la distribuzione di un opuscolo sulla differenziata e un video spot uscito tardi in tv, è stata carente nell’informazione e formazione dei cittadini riguardo la differenziata e i suoi scopi, tra cui il riciclo. Ma i cittadini restano altrettanto all’oscuro, rispetto la fine di questi rifiuti e del loro effettivo riciclo e da parte di chi e per quali produzioni. Poco si sa o quasi nulla…dove finiscono i nostri rifiuti?
Intanto l’accumulo di rifiuti tra i vicoli favorisce situazioni igieniche precarie, con la presenza di topi e insetti, veicoli di batteri e virus. Ma quando i quartieri sono lasciati a sé per decenni da uno Stato assente, o lì dove lo spirito di comunità e condivisione tra abitanti è quotidianamente smantellato dalle dinamiche sociali di precarietà, come si pretende che lo stesso essere umano non sia esso stesso emarginato, in termini sociali, culturali, relazionali,  occupazionali…!? Un corpo sfruttato ed abusato senza possibilità di scelta e di costruzione di un presente (altro che futuro) meno precario, in una continua
lotta per la sopravvivenza, costretto alla guerra tra poveri.
Il ‘decoro’, se non affrontiamo le cause del degrado umano, diventa una parola al servizio del potere per nascondere le diversità, le vergogne, per ‘sconfiggere la povertà’. Puntiamo il dito verso chi abbandona la busta di rifiuti per strada, assecondando una guerra tra poveri, ostilità sociale e umanità differenziata. A tali fini nascono i Decreti Sicurezza, ma sicurezza per chi?…per gli stessi che vogliono accomodarsi nel salotto buono senza sentire il feto del lerciume nascosto sotto il tappeto costoso.
L’immondizia per le strade è poca cosa difronte le discariche a cielo aperto dei nostri territori, bancomat delle malavite e dei politici servili a queste dinamiche. Il degrado è scegliere il profitto a scapito della salute, della sanità ambientale e alimentare. Sono le grandi industrie che uccidono con le morti bianche, con i licenziamenti, con i disastri ambientali, con i tumori. Il degrado sono le amministrazioni quando acconsentono a trattamenti di favore, rilasciano concessioni facili, commettono abusi d’ufficio, si lasciano corrompere, ecc, per soldi o voti, in connivenza con le malavite, che poi le ritroviamo spesso a gestire discariche e riciclo.
Non accettiamo il significato che questa società dà al decoro, alla legalità, alla sicurezza, alla gentrificazione e turistificazione. Sono termini lesivi della dignità umana e della cultura popolare quando assoggettati alle politiche neoliberali e progressiste dei governi.
Auspichiamo e fomentiamo l’autorganizzazione tra gli abitanti dei quartieri, una comunità che sceglie insieme di migliorare le proprie condizioni con metodi e pratiche orizzontali ed eque, senza delega, né timore di scontrarsi con le logiche di ‘cambiamento’ o ‘riqualificazione’ o ‘rinascita’ di un amministrazione di facciata.

Oggi i gabbiani si spingono oltre le colline, nervosi si fiondano, ostili fra di loro, sui rifiuti delle discariche sempre più estese di queste terre. Oggi i gabbiani sono smunti e grigi, lontani dal mare.

COMITATO CITTA’ VECCHIA

STARE INSIEME IL 25 APRILE: QUEST’ANNO PIÙ CHE MAI PER RESISTERE CONTRO LA SINDEMIA, LA REPRESSIONE E LE DISUGUAGLIANZE

Domenica 25 aprile vogliamo stare insieme come non facciamo da tanto tempo.
Saremo in piazza Maria Immacolata dalle 9:00, rispettando i protocolli di sicurezza per il Covid-19. Vi consigliamo di raggiungerci munitə di autocertificazione.

Vogliamo portare la nostra voce in piazza nel giorno in cui ricordiamo le conquiste della Resistenza partigiana. L’occasione però non è una semplice commemorazione. Non lo è mai stato e non lo sarà neanche quest’anno.

Il 25 aprile per noi rappresenta un giorno fondamentale per ricordarci a vicenda i valori della Resistenza, nati e coltivati nel solco dell’antifascismo, dell’anticapitalismo, dell’antirazzismo e dell’antisessismo. Quest’anno questi valori vanno gridati con più forza, perché riempiono di significato la resistenza che tuttə insieme abbiamo il dovere di opporre al sistema vigente.

Un sistema che sostituisce la garanzia di una sanità pubblica per tutte e tutti con una sanità vittima dell’interesse delle grandi case farmaceutiche. I vaccini sono solo l’ultimo esempio delle contraddizioni profonde del sistema capitalista, fondato sulle disuguaglianze, sullo sfruttamento e sul profitto privato. Ogni informazione e ogni controllo sulle dosi vaccinali viene occultata, costringendoci in una condizione di puro ricatto. O ti accontenti del vaccino che compriamo o sei condannato all’esclusione da ogni piano serio di tutela sanitaria.

A questo ricatto vogliamo rispondere con una rivendicazione ben precisa, che coglieremo l’occasione di discutere tutte e tutti insieme in piazza. Vogliamo la liberalizzazione totale dei brevetti e la copertura vaccinale pubblica, gratuita e trasparente per tutte e tutti. Non ci stiamo a essere, ancora una volta, cavie per il profitto di pochi.

Un 25 aprile per la tutela del diritto alla salute, ma anche per la salvaguardia di tutte quelle libertà conquistate col sangue dalle partigiane e dai partigiani. Libertà – come quella di parola e quella di scelta sulla propria vita quotidiana – messe a dura prova da meccanismi di repressione sempre più forti, spesso legati a pratiche di criminalizzazione dell’individuo (essere indicatə come untorə, minacciatə di licenziamento, limitatə in quelle attività fondamentali per la salute psicologica di ciascunə). Il diffondersi del virus Covid-19 ha creato condizioni di estrema emergenza sanitaria, strumentalizzate dal sistema per in molti casi restringere volontariamente la nostra possibilità di confronto e di vita sociale. Fabbriche aperte e teatri chiusi, divieto di uscire da casa e obbligo di recarsi a lavoro anche su mezzi pubblici stracolmi: sono solo alcuni esempi di come il capitalismo ci abbia strappato le nostre vite, utilizzando la gravità del diffondersi del virus per ridurre la nostra quotidianità alla solitudine e al lavoro.

Questo 25 aprile torneremo a parlarci in piazza, a guardarci e a costruire comunità!
Alla sindemia globale rispondiamo ancora una volta così: resistendo insieme!

Raggia Tarantina

Dalla necessità di costruire un soggetto plurale capace di divenire motore di un radicale cambiamento sociale, nasce Raggia Tarantina, la rete delle lotte Tarantine.

Siamo l’espressione della subalternità: antifascistə, anticapitalistə, antirazzistə, antisessistə.

Crediamo nella giustizia sociale come unico mezzo per contrastare le logiche di precarietà e sfruttamento che ci circondano.

Abbiamo deciso di tornare insieme nelle strade e nei quartieri per attraversare le contraddizioni con quantə come noi sognano un processo di cambiamento e liberazione della propria città da anni di abusi sistemici.

Vogliamo creare una comunità resistente, capace di creare i propri anticorpi e autotutelarsi attraverso la socializzazione dei saperi e la partecipazione popolare.

Siamo il lavoro e il non lavoro, migranti economici, precarə, sfruttatə, ultimə ed emarginatə.
Siamo marea che travolge il futuro e finalmente se lo riprende.

Hasta Siempre GIOVANNI CLASH, il tuo sorriso continuerà a illuminare la nostra strada fino alla vittoria!

 

le e I compagn* della Città Vecchia