Sportello solidale di sostegno (aggiornamento)

A oggi, martedì 28 aprile 2020, seconda mattinata di raccolta e distribuzione viveri per chi ha difficoltà economiche (attività svolta in rispetto delle indicazioni sanitarie per la protezione e contenimento del contagio) possiamo fare un piccolo bilancio di ciò che è stato distribuito. Sono state date circa una ventina di buste solidali, ogni busta contiene una spesa completa di circa 5 kg di pasta, barattoli di legumi vari, bottiglie di salsa, pacchi di zucchero, caffè e farina, cartoni di latte, olio e, a volte, pancarrè, biscotti e merendine, ecc. La richiesta aumenta grazie al tam tam tra i vicoli dell’isola, per tanto ringraziamo chi con spirito solidale ci aiuta in questa raccolta di cibo e contribuisce alla strutturazione di uno sportello solidale che dà sostegno al reddito o all’assoluta assenza di esso, soprattuto in questo periodo di blocco totale. Le fasce sociali più colpite infatti restano quelle che già prima delle restrizioni del decreto erano in forte e costante crisi economica e sopravvivevano attraverso il lavoro nero, quello precario, o espedienti vari. Nessuno deve restare in dietro! … e solo costruendo pratiche di socialità e comunità per l’autodeterminazione e l’emancipazione possiamo insieme sollevarci!

In un momento in cui la paura del prossimo rischia di annullare le poche libertà e diritti ancora concessi, costruire percorsi di solidarità è una delle armi migliori per non lasciare che il distanziamento sociale avveleni le nostre menti e i nostri corpi, per non tornare indietro ad una società ancora più schiava, ma per garantirci la libertà di vivere in maniera dignitosa.

Saremo presso il Comitato di Città Vecchia (Arco Paisiello 18) ogni martedì dalle 11.00 alle 13.00 e ogni giovedì dalle 10.00 alle 12.00 per ricevere e distribuire aiuti, viveri e per la costruzione di uno sportello solidale di sostegno.

Comitato Città Vecchia

Solidarietà con Grup Yorum

Nonostante questo stato straordinario e d’emergenza globale dovuto alla pandemia da covid, o meglio alla cattiva gestione dei contagi da parte dei governi e dei sistemi sanitari mondiali, le guerre non si fermano, nè le occupazioni dei territori che siano occupazioni turche, israeliane, ecc. E se le guerre e i conflitti non li ferma nemmeno una pandemia, se la scarcerazione dei detenuti non è pensabile in uno stato ‘occidentale’, se invece gli abusi di potere e polizieschi addirittura si moltiplicano in ogni angolo del mondo, se la precarietà, la povertà avanza in maniera esponenziale in soli pochi e lunghi mesi di restrizioni e distanziamento, certo è che la solidarietà non va e non deve andare in ‘isolamento’!

Restare a casa non ferma l’impegno nelle lotte per l’emancipazione e la libertà, non ferma la solidarietà internazionale.

Grup Yorum (yorum è commento in turco) è un gruppo musicale turco fondato nel 1985, ispirato ai cileni Inti-Illimani. Di area socialista e internazionalista, è autore di numerose canzoni politicamente e socialmente impegnate. Il gruppo diventa famoso soprattutto nei circuiti universitari, diffondendo non solo musica tradizionale e popolare legata a istanze socialiste, ma promuovendo l’azione politica contro i divieti del potere politico dopo il colpo di stato dell’80. Diventa in breve tempo il gruppo con il maggior numero di vendite nella storia della Turchia. Canta in più lingue: turco, curdo, arabo, armeno, kazako, ecc, dando voce a tutti gli sfruttati, a chi sciopera, a chi ha perso i propri cari per la violenza dello Stato, alla resistenza popolare in generale. Proprio per il suo impegno a favore della democrazia e della libertà di stampa, di espressione e di dissenso, è da sempre perseguitato dal governo fascista turco. E’ stato impedito al Grup Yorum di vendere i loro dischi, di fare concerti in territorio turco e tedesco, i loro membri sono costantemente arrestati e orrendamente torturati con l’assurda accusa di terrorismo, accusati di essere legati al Fronte Rivoluzionario per la Liberazione del Popolo, tanto che il gruppo, per sopravvivere, ha dovuto ogni volta sostituire i propri musicisti. Il loro ultimo concerto risale al 2015 e dal 16 maggio del 2019 alcuni componenti del gruppo, detenuti, intraprendono la scelta dello sciopero della fame per protestare per la loro illeggittima detenzione. Dopo 288 giorni di sciopero della fame l’attivista e cantante Helin Bolek muore.

La morte di Helin ridà visibilità, a livello internazionale, ai metodi da regime di Erdogan e del suo governo, con i quali reprime i suoi oppositori e dissidenti nell’indifferenza mondiale. Helin Bolek muore durante questo stato di pandemia, mentre la Turchia discute sulla possibilità di una maxi-amnistia, nella quale non rientrano però gli oppositori politici al regime. E’ evidente il genocidio che sta avvenendo nei confronti delle popolazioni curde che vivono nel Kurdistan del nord (nel ‘territorio’ turco e siriano), è una vera e propria pulizia e sostituzione etnica. Con la stessa brutalità il governo turco agisce con forti repressioni nei confronti di giovani, lavoratori, giornalisti, scrittori, avvocati, artisti e dissidenti turchi, repressione che consiste in divieti, retate e raid, sequestri e saccheggi, arresti, torture, umiliazioni, violenze, anche sessuali nei confronti dei detenuti, ecc.

Un altro membro della band, Ibrahim Gokcek, condannato con Helin Bolek, perchè ritenuti, senza reali prove, di appartenere all’organizzazione terroristica armata Dhkp-C, già in carcere da maggio 2019, intraprese insieme alla Bolek e ad altri musicisti ed avvocati del popolo, lo sciopero della fame, per poi decidere di convertire lo sciopero della fame in digiuno alla morte (digiuno portato fino al punto di morte se le richieste avanzate nella protesta non vengano accettate). Le richieste consistono nella la scarcerazione immediata di tutti i membri del gruppo in stato di detenzione, l’annullamento del mandato di cattura dei membri non incarcerati, la fine delle irruzioni della polizia nel centro culturale İdil e l’annullamento del divieto di esibizione per il gruppo. I membri del gruppo in digiuno alla morte sono stati poi rilasciati e trasferiti in ospedale dove sarebbero stati sottoposti all’alimentazione forzata dato l’aggravarsi della loro situazione di salute. Entrambi hanno rifiutato tale trattamento. Helin Bolek muore dopo 288 giorni di digiuno, Ibrahim Gokcek, continua tutt’ora il suo digiuno da ben 313 giorni, nella casa di Grup Yorum ad Armutlu (Istanbul). Sulla soglia della morte, combatte per la sopravvivenza e continua a sperare, grazie alla solidarietà di tutto il mondo.

E ieri è giunta la notizia della morte di Mustafa Kocak dopo 297 giorni di sciopero della fame. Arrestato e interrogato per settimane sotto tortura. Accusato dalla polizia antiterroristica di aver fornito armi utilizzate nel rapimento di un procuratore che lavorava sul caso di Berkin Elvan, un minorenne colpito da un lacrimogeno durante gli scontri di Gezi Park e morto dopo alcuni mesi di coma. Il procuratore morì durante lo scontro tra sequestratori e polizia, le indagini stabilirono in seguito che era stato colpito dal ‘fuoco amico’ della polizia. Mustafa Kocak è comunque condannato all’ergastolo, a luglio 2019, dopo un processo fittizio, basato sulla testimonianza di un uomo che aveva sentito fare il suo nome in un bar. Mustafa Kocak chiedeva un processo equo.

POSSONO FERMARE I CORPI, PRIVARLI DI DIGNITA’ … DELLA VITA … MA IL MESSAGGIO RIVOLUZIONARIO DELLE PAROLE E DELLA MUSICA DI GRUP YORUM … L’ESEMPIO DI LOTTA PER LA GIUSTIZIA E LA LIBERTA’, LA GENEROSITA’ CHE CI LASCIANO IN EREDITA’ NESSUN REGIME POTRA’ MAI FERMARE … NON FINO A QUANDO LA SOLIDARIETA’ RESTERA’ UN’ARMA !!!

IL GOVERNO FASCISTA DI ERDOGAN CONTINUA AD UCCIDERE E A SOFFOCARE LE VOCI DEI DISSIDENTI CON LA COMPLICITA’ E L’INDIFFERENZA DEL MONDO !

PONIAMO UN ARGINE A QUESTA MATTANZA COSTRUENDO SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALISTA ! … MOBILITIAMOCI !

LIBERI TUTTI, LIBERI SUBITO !!!

ERDOGAN ASSASSINO!!!!

COMITATO CITTA’ VECCHIA TARANTO

Per chi volesse dare un segnale di solidarietà, esistono alcune possibilità:

Campagna internazionale per la liberazione dei dissidenti e piogge di foto in solidarietà con Grup Yorum stanno invadendo i social nel mondo, nell’estremo tentativo di smuovere l’insensibilità delle istituzioni internazionali.

Le foto possono essere trasmesse via whatsapp ad Antonello Pabis, (3332384701) o a Pati Luceri (3398277593), specificando “la propria regione”.

Girare un breve video con un messaggio di solidarietà per i resistenti e inviatelo a ‘antiemperyalistresist@yandex.com’.

Sarà pubblicato in varie reti di solidarietà e potrà essere condiviso da molti altri gruppi di amici per essere ascoltato a livello internazionale.

Organizzare proteste davanti all’ambasciata o ai consolati.

Scrivere fax tutti i giorni a:

Presidency Of The Republic Of Turkey

indirizzo: Cumhurbaşkanlığı Külliyesi 06560 Beştepe-Ankara-Turkey

tel: (+90 312) 5255555 fax : (+90 312) 5255831

contact@tccb.gov.tr

Ministry of Justice Of The Republic Of Turkey

Indirizzo: 06659 Kizilay/ankara

tel: 90 (0312) 4177770 fax: 90 (0312) 4193370

info@adalet.gov.tr

Ministry of Internal Affairs of Turkey

indirizzo: Çamlıca Mahallesi 122. Sokak N° 2 Yenimahalle/Ankara

tel: (0312) 3876084 fax: (0312) 3876091

Oggi, 25 Aprile, più che mai la resistenza non va ricordata, ma praticata. Oggi che lo stato pandemico sta lasciando vasti spazi per una trasformazione verso uno stato iper-repressivo, che mira a trasformare il distanziamento sociale in isolamento e atomizzazione, affinché viviamo sempre più in solitudine lo sfruttamento dei nostri corpi e dei nostri territori. Oggi più che mai non basta solo la resistenza ma serve un processo di liberazione, capace di tessere nuove trame in un ordito iperconsumista, che nasconde le sue crisi sempre più a fatica, oggi più che mai mostriamoci solidali, torniamo ad unirci, insieme verso l’unico vero nemico (assolutamente visibile) che abbiamo sempre avuto: il capitalismo e l’imperialismo in tutte le sue forme.

Sportello di solidarietà al reddito

In un momento in cui la paura del prossimo rischia di annullare i pochi diritti ancora presenti, costruire percorsi di solidarità è una delle armi migliori per non lasciare che il distanziamento sociale avveleni le nostre menti e i nostri corpi. Per non tornare indietro ad una società ancora più schiava, ma per garantirci la libertà di vivere in maniera dignitosa.

Da giovedì 23 aprile vi aspettiamo dalle 10.00 alle 12.00 per ricevere aiuti alla costruzione di uno sportello di solidarietà al reddito in città vecchia.

Per Salvatore Ricciardi militante rivoluzionario

Caro Salvatore non ci sono abbastanza lacrime o elogi funebri che siano appena sufficienti a ricordare che Uomo e che Compagno sei stato. Non ti hanno piegato i tantissimi anni di carceri speciali. Non hai mai arretrato di un millimetro dalle tue convinzioni umane e politiche che hai trasmesso ad ogni iniziativa cui hai partecipato. Sei stato per tutt* noi compagn* un grandissimo maestro di vita e di militanza rivoluzionaria. Raccogliamo la tua bandiera per asciugare le nostre lacrime e per portarla in ogni nostra manifestazione, perché CHI VIVE NELLA LOTTA NON MUORE MAI ✊ COMPAGNO SALVATORE RICCIARDI: PRESENTE!✊ CHE LA TERRA TI SIA LIEVE✊

Le Compagne e i Compagni di Taranto.

Documento principi di metodo

La nostra assemblea si pone come una sperimentazione politica, sociale, culturale ed economica che sappia contrastare la desolazione che il sistema produttivo attuale impone, superando tutte le dinamiche di lavoro salariato legate allo sfruttamento dei corpi e dei territori. In questi termini, vogliamo praticare un modello di comunità dove il bene comune prevale sulla proprietà privata, una comunità capace di produrre forme di reddito che non rappresentino un ricatto sociale, come purtroppo accade nel nostro territorio, e capaci di condividere e crescere collettivamente. Rispetto a ciò, vogliamo contribuire a costruire un sistema basato sulla giustizia sociale e sulla autodeterminazione delle soggettività con cui interagiamo, un immaginario più che mai necessario. Secondo la nostra assemblea, il lavoro può divenire un insieme di pratiche di autoproduzione e di autosussistenza. Per raggiungere questo obiettivo è necessario avere la capacità di ricominciare da un rapporto di condivisione delle responsabilità, considerando la nostra terra ed i nostri corpi come una risorsa sociale e naturale e non come mero luogo di inquinamento e sfruttamento. Per questo, consideriamo responsabili tutte quelle pratiche sociali e di mutualismo alternative al modello sociale imposto, riconoscendo che la loro efficacia dipende dalla nostra capacità di essere comunità e di interagire con le soggettività che ci circondano.

In questa era di disumanizzazione ed esclusione sociale è necessario uscire dalle zone di comfort, dalla ghettizzazione e liberarsi dalle strette maglie della repressione di una società prona al profitto, dedita all’omologazione e all’appiattimento sociale, che invoca sicurezza a scapito delle libertà, a favore del controllo globale della nostra quotidianità e del nostro libero pensiero.

Consapevoli che una società può essere rivoluzionata e rivoluzionante solo se una serie di percorsi politici e culturali riescono ad attraversare il tessuto sociale, chiediamo un confronto con tutte quelle soggettività che non si sono ancora arrese ad un sistema che distrugge le nostre terre e uccide noi e i nostr* figl* solo facendoci respirare.

Pensiamo che il lavoro quotidiano di ognun* di noi debba trovare connessioni che permettano ai percorsi politici presenti sul territorio di intersecarsi e dimostrare che un organismo popolare, plurimo e trasversale, può avere la capacità concreta di superare la democrazia rappresentativa e permettere a tutt* di riappropriarsi in maniera determinante del proprio futuro.

Per l’emancipazione e l’autodeterminazione, per l’incontro tra le parti sociali, per il confronto tra le individualità e le collettività libere, per nuove progettualità che siano una concreta alternativa a questo modello sociale, vi invitiamo ad una prossima assemblea in cui cerchiamo di costruire insieme il metodo che permetta di concretizzare il progetto politico proposto.

Come garanzia per l’espressione di una trasversalità diffusa poniamo alla base della discussione i principi di metodo che in questi anni abbiamo prodotto, elaborato e via via modificato.

Vi chiediamo di leggerli, integrarli e modificarli per confrontarci su questi come primo punto della discussione in un’assemblea incentrata sulla riappropriazione delle socialità nel territorio tarantino.

Principi di Metodo:

1) Il metodo assembleare è basato sulla partecipazione, intesa come pratica che consenta l’espressione di ogni soggettività.

2) Le decisioni saranno discusse in assemblea, ponendo come obiettivo primario il raggiungimento di posizioni condivise, poiché ogni elaborazione decisionale è collettiva.

3) L’assemblea si riconosce nella pratica dell’autogestione e dell’auto-organizzazione come strumenti di crescita individuale e collettiva. Eventuali portavoce dell’assemblea sono nominati con mandato assembleare a carattere temporaneo(*)

4) Non sono consentite discriminazioni etniche, religiose né per orientamento sessuale né di genere.

5) L’età, l’esperienza, la capacità dialettica, l’impegno profuso e qualsiasi altra caratteristica di vantaggio o di merito non possono creare posizioni di predominio, di privilegio o di delega, quale che ne sia la quantità e la qualità.

6) Ciascun* partecipante alle assemblee garantisce l’espressione di tutte le soggettività concentrando il suo intervento nei limiti di tempo adeguati al numero dei partecipanti all’assemblea e non consentendo, all’interno di questi limiti, l’interruzione dell’esposizione altrui. Ogni contributo di critica e di proposta diviene patrimonio esclusivo dell’assemblea; pertanto, ogni successiva espressione di accordo o di disaccordo non verrà indirizzata all’estensore del contributo a cui ci si riferisce ma riguarderanno solo i contenuti di tale contributo (rispetto reciproco e tutela delle espressioni plurime di ogni soggettività).

7) L’assemblea ricerca e promuove le aggregazioni sociali per sviluppare nuove forme di sperimentazione politica, sociale, culturale ed economica.

8) Comportamenti palesemente lesivi dell’immagine o dell’integrità di singoli soggetti o di comitati/associazioni non sono ammessi. L’eventuale dissenso da posizioni altrui va discusso in assemblea e motivato in maniera critico-costruttiva, nonché formulato all’esterno con chiarezza e senza animosità.

Tutte le soggettività partecipanti accettano e si impegnano a rispettare i principi di metodo e a comportarsi responsabilmente nei riguardi delle linee di azione stabilite dall’assemblea.

(*) sull’autogestione, auto-organizzazione e valorizzazione degli spazi sociali La nostra sperimentazione politica e sociale si pone come un tentativo di condividere esperienze, visioni e valori che trovano il culmine nell’autodeterminazione di chi attraversa gli spazi assembleari e sociali. Intendiamo questa pratica come uno dei tanti modi di vivere le proprie vite al fine di influenzare e cambiare ciò che ci circonda. Per questi motivi, rifiutiamo lo strumento di delega poiché lesivo dell’autonomia dell’assemblea che si pone sovrana ad ogni tentativo di supremazia individuale e, al contempo, tutela la condivisione delle responsabilità delle soggettività che attraversano lo spazio assembleare. In conclusione, intendiamo l’autogestione come un insieme di pratiche utili alla risoluzione di eventuali conflitti assembleari, al fine di costruire una comunità che coopera, solidarizza e catalizza i sentimenti condivisi da tutte e da tutti.

Assemblea del Comitato Città Vecchia, Taranto